Roma, abolita la festa della mamma in un asilo
Roma, abolita la festa della mamma in un asilo

Come sappiamo a breve sarà la festa della mamma. Come vuole la tradizione, questa festa non ha una data precisa, ma cade la seconda domenica di maggio. E quest’anno la data sarà il 13 maggio. Questa ricorrenza vuole essere un modo per celebrare la figura materna, omaggiandola con regali floreali o con lavoretti realizzati a scuola per l’occasione. Questa giornata però , insieme alla festa del papà, sono state oggetto di polemica, al punto da essere abolite in un asilo.

Festa della mamma? No, meglio chiamarla “Festa della famiglia”

Nell’asilo “Chicco di grano”, situato nel quartiere ardeatino di Roma, quest’anno non verrà celebrata la festa della mamma. È stata una coppia omosessuale a premere per abolire sia questa festa sia la festa del papà, sostituite da una generica “festa della famiglia”. Le pressioni sono state dettate da un’esigenza di non discriminazione di quei bambini figli di due papà. Mentre una semplice “festa della famiglia” risulterebbe “politically correct”, senza urtare la sensibilità di nessuno.

Le reazioni

Molti genitori non hanno invece accettato di buon grado questa cancellazione di una tradizione ormai storica. Attraverso l’associazione “articolo 24” hanno inviato un reclamo al municipio, obiettando come questa decisione presa dai vertici dell’asilo, comporti una “discriminazione al contrario”. Dal canto suo il comune, in risposta, ha appoggiato l’asilo, affermando come “le due secolari celebrazioni sono ideologiche e divisive e quindi ormai da cancellare con una più inclusiva festa delle ‘famiglie’“. In sostanza secondo il municipio queste festività non rappresenterebbero più la società odierna, in virtù anche delle ormai legiferate unioni civili. E creare una festa generica dedicata alla famiglia (qualsiasi famiglia), sarebbe rispettoso dei principi di uguaglianza e pari opportunità.

Il precedente

Se questa vicenda può far discutere e dividere l’opinione pubblica, occorre comunque tenere presente che non si tratta di un caso isolato. Già nel 2015 un caso analogo si era verificato sempre a Roma in una scuola dell’infanzia del quartiere Trieste. Altre scuole e asili in futuro si inseriranno sulla stessa lunghezza d’onda?