Diplomati magistrali e presunti paletti di esclusione dal ruolo

I diplomati magistrali che attendono il provvedimento urgente della politica per superare lo stallo creato dalla plenaria hanno protestato con forza alla lettura del comunicato congiunto dei sindacati. Ne parlavamo in questo nostro altro contributo in cui si esortava il Parlamento ad emanare un decreto d’urgenza. I diplomati magistrali contestano l’inserimento del paletto per chi ha il servizio. La parte incriminata è la seguente: ‘Le Organizzazioni sindacali hanno chiesto che nel provvedimento legislativo d’urgenza si preveda una procedura riservata che valorizzi il servizio prestato e metta la scuola nelle condizioni di affrontare un regolare avvio delle attività il prossimo 1° settembre’.

L’equivoco

La procedura riservata che tenga conto del servizio diventa automaticamente ‘stabilizzare soltanto chi ha lavorato per più di 36 mesi’. Ma così facendo si commette un fraintendimento: si confonde il dettato di Strasburgo (chi ha più di 36 mesi deve essere immesso in ruolo) e se ne trae un ragionamento automatico sbagliato. Chi ha lavorato poco deve restare fuori. Niente di più sideralmente lontano dalla realtà. Tutti i docenti precari hanno diritto alla stabilizzazione, indipendentemente dal fatto che abbiano lavorato di più di 36 mesi. Valorizzare il servizio significa solamente rispettare la sentenza Mascolo. Non si possono escludere da un concorso i docenti, men che meno quelli che non hanno il servizio.

Aumento del contenzioso

Sull’esclusione dei docenti da un concorso si era già pronunciata la Corte Costituzionale adita da un gruppo di insegnanti di ruolo esclusi dal transitorio. La sentenza della Corte ha bocciato il decreto legislativo 59/2017 nella parte in cui riservava la procedura ai soli docenti precari. Questo pronunciamento ha fatto sì che le domande di partecipazione alla fase transitoria rivolta agli abilitati siano aumentate di 10.000 unità, tanti quanti sono cioè i docenti di ruolo che parteciperanno al concorso riservato insieme con 39 mila docenti abilitati della seconda fascia. Forti di questo precedente, gli eventuali docenti senza servizio ‘stoppati’ dal paventato paletto farebbero immediato ricorso contro l’esclusione; e lo vincerebbero anche.

Ruoli con riserva

Questa è la situazione più esplosiva che grava sulle sorti della scuola alla ripresa del prossimo anno scolastico. Sono docenti il cui servizio deve essere valorizzato; ossia, non è possibile annullare gli effetti positivi del superamento dell’anno di prova. Questa circostanza è stata rappresentata da diversi gruppi e associazioni di docenti. I controinteressati la contestano perché andrebbe contro l’esigenza di non discriminazione. Ma da qualunque parte la si veda è incontestabile il fatto che il servizio prestato, incluso quello svolto nelle Gae con riserva, debba essere equamente considerato. In definitiva serve un provvedimento che confermi in ruolo i docenti assunti con clausola risolutiva espressa e che disciplini il reclutamento di tutti gli altri, trovando la quadra tra forma di concorso e tipo di graduatoria.