Ancora insegnanti di sostegno senza specializzazione

Un tema ancora attuale che va avanti già da alcuni anni è quello degli insegnanti di sostegno non specializzati. Spesso il sostegno a bambini con disabilità, più o meno gravi, viene assegnato a insegnanti di ruolo o supplenti sprovvisti dell’adeguato titolo specializzante.

L’intervento dell’associazione” Genitori Tosti”

A trattare il caso è stato il portale Orizzonte Scuola alcuni giorni fa, riportando quanto sostenuto da Maria Guagliardito, referente regione Sicilia di “Genitori Tosti”. Il nocciolo della questione è incentrato sulle svariate richieste pervenute ogni anno scolastico da parte di docenti di ruolo fuori sede che intendono godere delle assegnazioni provvisorie, su posti di sostegno, in istituti scolastici siti nelle proprie province, per avvicinarsi alla propria residenza. E ciò indipendentemente dal mancato possesso dell’adeguato titolo abilitante al sostegno. Maria Guagliardito, a seguito di queste casistiche, ha definito il sostegno “il refugium peccatorum per risolvere le situazioni di difficoltà in cui si imbattono i lavoratori docenti”.

Insegnare sostegno non è “l’ultima spiaggia”

Di sicuro affidare bambini disabili a insegnanti di sostegno non specializzati non garantisce l’adeguata qualità dell’insegnamento, essendo gli stessi sprovvisti degli opportuni requisiti. E a non essere garantita è anche la continuità didattica per questi bambini, che maggiormente ne avrebbero bisogno. Come ha aggiunto sempre Maria Guagliardito, “il sostegno non è l’ultima spiaggia rispetto al trasferimento o alla disoccupazione e non è stato istituito per risolvere i problemi di mobilità o i problemi dei docenti perdenti posto”. Una sorta di escamotage sembra dunque essere (spesso) quello del sostegno, una zona protetta in cui rifugiarsi per sfuggire a conseguenze lavorative estranee al fine dell’insegnamento.

Sí alla stabilizzazione degli insegnanti specializzati

Da queste parole sembrano non esistere insegnanti di sostegno qualificati, ma cosí non è. E di certo non è questo il messaggio che vuole essere lanciato. Ciò che urge è una stabilizzazione di quegli insegnanti, sebbene precari, in possesso dell’opportuna specializzazione al sostegno, conseguita tramite appositi corsi. E a beneficiarne devono essere anche coloro provenienti da altre province, mettendo in questo modo al primo posto l’esigenza di garantire ai bambini disabili il percorso formativo più in linea con le proprie esigenze.