Diplomati magistrali e decreto d'urgenza: vediamoci chiaro

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Il tema del decreto d’urgenza per scongiurare l’esclusione dalle Gae dei diplomati magistrali è tornato d’ attualità col servizio mandato in onda da Rai Uno Mattina. Nella trasmissione del 22 maggio gli ospiti presenti in studio da Franco Di Mare hanno approfondito la discussione incentrata sulle richieste fatte al MIUR. Entro luglio sono previsti i meriti che sentenzieranno definitivamente l’estromissione dalle Gae dei diplomati magistrali. Purtroppo il ministro Valeria Fedeli non ha voluto portare la questione in Parlamento per arrivare al decreto d’urgenza ed evitare così i licenziamenti conseguenti, lasciando la patata bollente nelle mani del prossimo governo. E così 55 mila maestri rischiano il declassamento in seconda fascia con la conseguenza che diventa difficilepoter lavorare a settembre.

Due significati

Chiariamo la questione dell’urgenza. Da una parte ci sono i diplomati magistrali che chiedono un provvedimento urgente per scongiurare i licenziamenti e mantenere i ruoli. Su questa linea si sono schierate diverse associazioni di tutela dei docenti ed alcuni sindacati, come detto da Francesco Sinopoli della CGIL nel corso di una intervista su Tg1 mattina. Il provvedimento deve servire anche a disciplinare i modi dello scorrimento in ruolo per chi ha ottenuto una semplice cautelare. Dall’altro lato c’è quanto previsto dal dettato costituzionale. Si può fare ricorso a questa misura solamente in tre casi: sicurezza nazionale, pubbliche calamità, norme finanziarie. In sostanza il governo non ravvisa nei futuri licenziamenti quel carattere d’urgenza reclamato dai diplomati magistrali. Questo perché non mancano gli insegnanti; si possono sempre effettuare chiamate dalle graduatorie per conferire supplenze.

Rispetto delle posizioni

Bisogna però fare attenzione a capire bene la questione inquadrandola in un contesto complessivo. L’impossibilità del ricorso alla decretazione d’urgenza non significa negare la stabilizzazione dei docenti della scuola primaria e dell’infanzia. Il problema è come intervenire nei riguardi di coloro che hanno il servizio. Chiariamo subito che anche chi non ha i 36 mesi deve essere stabilizzato. Il ragionamento sulla migliore procedura da adottare parte dall’osservazione delle singole posizioni assunte dagli interessati e dai contro interessati. Al prossimo governo spetterà dunque il compito di licenziare il provvedimento finale tenendo ben presenti i diritti in capo ai docenti abilitati. E nel farlo dovrà fare attenzione a contemplare la riserva di legge del 7% dei posti riservata ai fruitori della L. 68/99. Quale che sia la procedura, riapertura Gae con le tre fasce o altra graduatoria concorsuale affiancata a GM e Gae, tutti questi diritti dovranno essere perfettamente rappresentati.

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