Concorso abilitati: con quali griglie di valutazione?

Il concorso per docenti abilitati ha già visto lo svolgimento dei primi colloqui orali. Riemergono i vecchi limiti mostrati nelle selezioni del concorso docenti del 2016. L’associazione CNT, in un comunicato stampa inoltrato alla nostra redazione, mette a nudo il vecchio problema della mancanza di griglie di valutazione assolutamente chiare e trasparenti.

COMUNICATO ASSOCIAZIONE CNT

Dove eravamo rimasti? A due anni esatti di distanza, ci troviamo a chiedere nuovamente la pubblicazione delle griglie di valutazione per una prova concorsuale. Una richiesta che sentiamo tanto più necessaria dopo aver letto i primi resoconti dei docenti che hanno partecipato al concorso riservato agli abilitati. Si tratta purtroppo di scene già viste e sentite in occasione del concorso 2016, dove molti candidati hanno sottolineato l’arbitrio da parte di commissioni che non disponevano di alcun elemento oggettivo su cui fondare la propria valutazione. In questo caso, l’obiezione che viene posta al docente che si è visto assegnare a un voto basso alla prova orale, perché ad esempio non sapeva da quanti membri è composto un comitato di valutazione, è che “tanto alla fine non si viene bocciati” (sic). La prova, infatti, non è selettiva e la valutazione ha l’unico fine di graduare le posizioni dei candidato nelle future graduatorie. Che senso avrebbe dunque lamentarsi, visto che ci hanno fatto addirittura un favore? Potrebbe sembrare la risposta (di dubbia valenza pedagogica) a un alunno un po’ rompiscatole, invece è solo uno dei tanti commenti in stile “uomo della strada” che ci è capitato di leggere in rete, in qualche caso anche da parte di colleghi poco informati. Eppure, come al tempo del concorso 2016, quando l’articolo di Stella sui docenti “somari” suscitò reazioni molto simili, si tratta semplicemente di un pessimo argomento per giustificare l’estrema approssimazione con cui è stata gestita la procedura. In particolare nessuno, oggi come ieri, ha sottolineato l’assenza di criteri certi e condivisibili per valutare in modo obiettivo la prova dei candidati. Ma quello che è forse più paradossale, è che tutto questo avvenga nell’ambito di un concorso pubblico.
Sia chiaro, non è nostra intenzione mettere in dubbio la professionalità e la competenza di molti dei membri delle commissioni fin qui insediate. Sarebbe stato necessario tuttavia – sempre che l’obiettivo sia quello di garantire la correttezza della procedura – che il MIUR avesse rispettato le tempistiche, pubblicando le griglie di valutazione prima dell’inizio della prova orale. Invece ci troviamo nuovamente a sollecitare la pubblicazione tempestiva di uno strumento fondamentale per orientare l’operato dei commissari nonché degli stessi candidati, che avrebbero il diritto di sapere secondo quali criteri verranno giudicati.
Per concludere, consentiteci un’ultima precisazione. L’orale non selettivo non è assolutamente un “favore” che qualche anima bella avrebbe concesso ai docenti abilitati. Non almeno agli abilitati TFA, che hanno già superato una triplice prova selettiva e svolto un tirocinio formativo, all’interno di una procedura ordinaria in cui il rapporto tra posti e candidati era meno favorevole rispetto a quello dei vari cicli delle SSIS. Se a queste è stato riconosciuto quel valore concorsuale che a noi invece è stato negato, è solo per una delle tante storture di un sistema ingiusto e contraddittorio, che ha penalizzato un’intera generazione di docenti.
In un periodo in cui il patto tra cittadini e istituzioni non è mai stato così precario, ci aspetteremmo da parte dell’Amministrazione un segnale concreto per ristabilire quel minimo di fiducia di cui mai come adesso avremmo tutti bisogno. In fondo non chiediamo che un trattamento adeguato al nostro profilo umano e professionale. Siamo docenti selezionati e formati dallo Stato, per quello scopo a cui da tempo dedichiamo la nostra passione e le nostre competenze: insegnare nella scuola pubblica.