Miur condannato: "Concorso truccato, prof risarcita dopo 28 anni"

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Vinta la battaglia legale di una docente romana, ricercatrice presso l’Università La Sapienza di Roma, contro il Miur. La clamorosa sentenza a sfavore del Ministero della Pubblica Istruzione arriva dopo 28 anni di ricorsi e contro ricorsi.

Miur condannato a maxi risarcimento di 260mila euro per una docente romana, ingiustamente estromessa da un concorso svolto 28 anni fa 

Dopo 28 anni una prof romana, già ricercatrice a La Sapienza, ha ottenuto circa 260mila euro di risarcimento da parte del Miur per i danni economici e morali subiti quando era ricercatrice alla Facoltà di Economia dell’Università già citata.
I fatti risalgono al luglio del 1990 quando la prof aveva partecipato al concorso per professore associato del raggruppamento disciplinare “Economico-Estimativo”. Dopo un anno la commissione, nel giugno del 1991, aveva annunciato i 35 vincitori, ma tra questi non c’era il nome della ricercatrice che, dopo aver notato un’incompatibilità nella Commissione giudicatrice, aveva presentato il ricorso al Tar del Lazio.
Il Tribunale amministrativo regionale aveva annullato l’atto di nomina dei 35 professori perché un docente aveva già fatto parte della commissione del precedente concorso di settore nel 1986, un comportamento vietato dalla legge per evitare favoritismi.
Ma quello che sembrava un percorso lineare, si è trasformato in poco tempo in un’odissea giudiziaria: il Miur ha proposto ben tre ricorsi in appello, tutti respinti dal Consiglio di Stato e per anni non ha eseguito la sentenza, rendendola lettera morta!
Ancora una volta nel 2008 il Tar del Lazio ha dato ragione alla professoressa che aveva fatto ricorso per smuovere il Miur, fino a quel momento sordo a qualsiasi richiesta di risarcimento. Nel 2010 finalmente la docente viene nominata professoressa associata, riprendendosi quello che le era stato tolto per vent’anni, ma il Miur ha continuato a non riconoscere nessun indennizzo per i danni provocati in questi anni alla sua carriera universitaria.
Così la prof è stata costretta a presentare uno nuovo al Tar e lo vince ancora una volta. Stavolta i giudici hanno ordinato al Miur di risarcire la professoressa per i danni subiti e sistemare la parte previdenziale condizionata dalla decisione della commissione nel 1990 con un assegno di 257.684 euro.

Le considerazioni di Scuolainforma

Sarà populismo, sarà senso di giustizia, di trasparenza e di onestà ma il Miur, invece di costituirsi parte civile nei confronti di chi ha contraffatto il concorso in oggetto, si scaglia con la docente attraverso la trafila legale (durata ben 28 anni) così come raccontato da CERIPNEWS nel suo pezzo. Complimenti, invece, alla costanza e all’ostinazione della professoressa ingiustamente estromessa, la quale ha creduto fino in fondo alla giustizia italiana.
Fonte: CERIPNEWS

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