Classi pollaio, se ne parla poco nei convegni e nei corsi di aggiornamento. Senza mai citarle, però, domina i documenti che contano, quelli del Miur. Gli effetti: rabbia, frustrazione per chi si è formato con la Costituzione in mano.
Classi pollaio, la loro rimozione
Classi pollaio, difficilmente questo virus organizzativo è trattato nelle grandi vetrine ( convegni, corsi di aggiornamento) per gli “inesperti di aula”. Qui la realtà è semplificata, ridotta alla presentazione di un idealtipo di studente. Quando il tema è trattato è solo per fini elettorali. In qualche caso si tende a minimizzarne la loro presenza, alzando il riferimento numerico. Solo i social, alcuni blog e siti specialistici stanno assolvendo ad una funzione di “attenzione” al problema.
Classi pollaio, le parole che contano
Quello che sconcerta è la posizione ufficiale del Miur, espressa recentemente ( il 29 marzo 2018) in una la nota sugli organici e formazione delle classi per l’anno scolastico 2018-19. E comprendi tutto. Trovi espressioni mutuate dal gergo economico o finanziario sintetizzate nel mantra dell’ottimizzazione delle risorse umane. Quando ci sono aperture agli aspetti formativi, il tutto è condizionato dal “però, come nel seguente caso: ” per far fronte a
situazioni ed esigenze di particolare criticità, anche ai fini della prosecuzione di progetti di rilevanza pedagogico-didattica, formativa e sociale, l’accantonamento di una quota di posti delle dotazioni regionali dell’organico per il potenziamento dell’offerta formativa, destinandola a progetti di rete a condizione, però, che venga rispettato il complessivo organico dell’autonomia triennale e che i docenti interessati rimangano assegnati alle rispettive autonomie scolastiche.”
L’alunno, lo studente sono “espressioni numeriche”
Comunque la nota risulta interessante! Dovrebbe essere oggetto di studio universitario. Certamente si arriverebbe a conclusioni sconcertanti: Il Miur è colonizzato da ragionieri, dove gli alunni e gli studenti sono solo numeri. E’ il declino dei volti e delle storie! Non si fa cenno, ovviamente, all’art. 5 del Dpr 81/09 che recita “Le classi iniziali delle scuole ed istituti di ogni ordine e grado, ivi comprese le sezioni di scuola dell’infanzia, che accolgono alunni con disabilità sono costituite, di norma, con non più di 20 alunni, purché sia esplicitata e motivata la necessità di tale consistenza numerica, in rapporto alle esigenze formative degli alunni disabili, e purché il progetto articolato di integrazione definisca espressamente le strategie e le metodologie adottate dai docenti della classe, dall’insegnante di sostegno, o da altro personale operante nella scuola.”
Il Miur prigioniero della Finanza
Ma se allarghiamo la prospettiva, possiamo affermare che il Miur è completamente in balia del Mef ( Ministero dell’Economia e delle Finanze). In questa prospettiva il futuro è espulso. Contano solo le esigenze di bilancio. E’ l’affermazione del “presentismo” o dell’onnipresente che azzera ogni considerazione sugli effetti di una formazione dequalificata, incapace di attivare processi e competenze. Scriveva Derek Bok (è stato presidente di Harvard e autore di numerosi libri sul tema dell’alta formazione): «Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate con l’ignoranza…».
Classi pollaio, confermate “senza se e senza ma”
Quindi la nota ministeriale, confermando sostanzialmente gli organici di quest’anno, consolida le classi pollaio. E questo significa sezioni o classi dell’intero sistema formativo che vanno dai 27-28 ai 30 alunni/studenti. Se si considera che in questo “pacchetto” ci sono anche classi iniziali di ogni ordine e grado, allora le conclusioni sono sconcertanti. In altri termini, significa ” compromettere” lo sviluppo di tante persone, frequentanti, ad esempio, l’infanzia e la primaria.
Mi chiedo: che idea di scuola hanno gli alti Dirigenti del Miur, questi funzionari che lavorano in stanze arieggiate, climatizzate, silenziose?
Povera scuola!
Una richiesta: considerato “il quadretto”, non parlateci più di Bes, Dsa di altro del genere. A meno che non li vogliate considerare dei semplici adempimenti burocratici.