Come ridurre il precariato eliminando le differenze nord sud

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Il precariato storico delle Gae, a livello numerico, ricalca le stesse differenze esistenti sul piano economico tra nord e sud. Il nostro è storicamente un paese che viaggia a due velocità, con un area settentrionale che detiene un reddito medio superiore rispetto a quella meridionale. In questi giorni in cui si discute di decreti d’urgenza da approvare che non ledano i diritti dei controinteressati, non appare mai una evidenza ancora più grande. Qualsiasi piano assunzionale venga licenziato senza ristabilire i giusti rapporti di forza tra cattedre disponibili e numero di docenti in graduatoria è destinato a fallire. Analizziamo di seguito quali sono questi numeri.

Le cifre ufficiali del precariato storico infanzia primaria

Sono ben 38780 complessivamente ancora i docenti inseriti in Gae a pieno titolo tra infanzia e primaria. La concentrazione maggiore è tutta al Centro Sud che conta ben 32196 docenti in attesa di poter scorrere in ruolo. Se ci dovessimo basare sulle cifre stanziate nell’ultima legge di bilancio per aumentare l’organico di diritto di 18752 cattedre (200 milioni di euro), otterremo che il costo medio di una cattedra sarebbe pari a €10.671,22. A conti fatti, per smaltire completamente le graduatorie delle regioni meridionali occorrerebbero 343.563.516,00 euro.

Lo stanziamento necessario

Il ragionamento condotto fin qui sarebbe valido se si volesse fare tutto in un solo anno. E’ solo un problema di scelte politiche stabilire la velocità dello smaltimento delle graduatorie. Capire cioè quanto stanziare, in base alla disponibilità di risorse che si vuole destinare al comparto dell’istruzione, per l’incremento degli organici di diritto. Un piano triennale richiederebbe €114.521.172 mentre un piano quinquennale ne richiederebbe solo €68.713,00.

Effetto moltiplicatore

Chiarito che il percorso da intraprendere è l’esatto opposto dei tagli apportati dalla Gelmini, resta da capire quale possa essere l’aumento effettivo di cattedre in grado di sbloccare questa situazione di sbilancio tra nord e sud. E’ più ragionevole pensare ad un incremento di cattedre al Sud di circa 25 mila unità per mettersi alla pari delle regioni del nord oppure può bastare un semplice effetto moltiplicatore prodotto da un incremento più contenuto? Volendo propendere per la seconda opzione il compito di determinare quale sia questo punto di equilibrio andrebbe assegnato alla statistica. In questo modo ne trarrebbe giovamento la spesa pubblica, il precariato dei docenti e la continuità didattica tanto preziosa, in special modo quando di parla di posti sul sostegno.

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