Nuovi aggiornamenti sul personale ATA provengono dal sindacato Anief. Da esso provengono due importanti sentenze emanate dal Tribunale del Lavoro di Roma che hanno accolto le richieste pronunciate dagli avvocati Salvatore Russo e Walter Miceli per due collaboratrici scolastiche.
Costoro avevano richiesto il riconoscimento del servizio preruolo, prima di essere assunte a tempo indeterminato e dunque la ricostruzione delle rispettive carriere, proprio per ottenere il pagamento delle differenze retributive ed essere dunque inserite nelle fasce stipendiali a loro coerenti. Le due lavoratrici, prima di divenire di ruolo, avevano svolto vari servizi con contratto a termine. Tuttavia, nel momento della ricostruzione della carriera, non era stato loro riconosciuto il periodo di precariato.Â
Personale ATA: giustizia ottenuta per le due collaboratrici
Come veniamo a sapere da un recente comunicato pubblicato dal sindacato Anief, alle due collaboratrici è stato riconosciuto il diritto alla ricostruzione integrale della carriera pregressa. Questo con il valido contributo del sindacato stesso. Il Giudice del Lavoro ha dato ragione all’Anief, con sentenze degne di nota, di cui sono stati chiariti i motivi con tali affermazioni: ‘Nel caso di specie le ragioni e le condizioni oggettive … non sussistono, sia perché in nessun modo evidenziate dal Miur, sia perché comunque la natura non di ruolo del rapporto di lavoro e la novità di ogni singolo contratto a termine rispetto al precedente non sono elementi idonei a legittimare la disparità di trattamento’.
Personale ATA: violate le norme comunitarie del MIUR
Come si può comprendere dalla motivazione delle sentenze, nei confronti delle due lavoratrici sono state violate le norme comunitarie istituite dal Ministero dell’Istruzione. Da quest’atto di notevole gravità è scaturita quindi la condanna al ‘riconoscimento, a fini giuridici ed economici, dell’intera anzianità maturata in relazione al servizio prestato sulla base dei contratti a tempo determinato’ nei confronti delle due donne, ottenendo i dovuti incrementi stipendiali.
Fonte:
Orizzontescuola.it