Il mondo della scuola e dell’istruzione sembra essere uno dei settori lavorativi in cui problemi, tartassamenti e controversie non mancano mai. Ne sa qualcosa il professor Riccardo Toshen, uno dei tanti insegnanti del nostro paese, il quale con una particolare (e giustificata) verve ha fatto un’ottima analisi dell’istruzione italiana al giorno d’oggi, non dimenticando le varie problematiche che attanagliano centinaia di suoi colleghi. In questo articolo, ispirandoci alla sua lettera pubblicata su vari portali, cercheremo di fare un sunto del suo messaggio.
Scuola: la colpa dei sindacati e il ruolo del nuovo Governo
Senza peli sulla lingua, Riccardo Toshen non si fa scrupoli a ‘prendere di mira’ i sindacati, colpevoli in quanto ‘complici del grave sfacelo a cui abbiamo assistito in questi ultimi 3 anni’. Sindacati che negli ultimi anni si sono preoccupati di difendere le ‘tessere’ e non i docenti. Questa situazione di noncuranza e strafottenza costringe il nuovo Governo ad assumersi responsabilità onerose, poiché dovrà risolvere questioni alquanto spinose e talvolta paradossali.
Un mondo, quello della scuola, che i precedenti governi hanno quasi del tutto ignorato, limitandosi a porre modifiche talvolta superficiali e poco vicine alle esigenze dei docenti, soprattutto quelli precari. Per Toshen è difficile accettare come i precari delle GaE e i vincitori di Concorso abbiano dovuto parsi da parte, rinunciando a molto, per favorire ‘deportati, nastrini ed amici degli amici’.
Scuola: la richiesta di Toshen
Per Toshen è giunta l’ora che il Governo lavori per risanare un settore lavorativo sempre più distante da quella che noi conosciamo come legalità . Un percorso di risanamento divenuto urgente ed improcrastinabile. Già il fatto che che ora si rispettino le percentuali per la mobilità , senza consentire assegnazioni provvisorie selvagge contro precari e ragazzi disabili, è già un passo in avanti, ma non certo sufficiente.
Il Governo dovrebbe occuparsi delle Amministrazioni periferiche, dice Toshen, incoraggiandole a non approntare deroghe locali, che possano danneggiare i precari ‘in favore di altre categorie’. Altre realtà su cui bisognerebbe puntare maggiormente l’attenzione, secondo il docente, sono la creazione di corsi di specializzazione sul sostengo per i docenti precari e risolvere la deplorevole usanza di assegnare cattedre in deroga a personale non specializzato.