Stabilizzazione precari
Stabilizzazione precari

Un comunicato Anief illustra il disegno di legge del senatore Mario Pittoni, neo Presidente della Commissione Istruzione al Senato, a proposito della stabilizzazione dei docenti precari con 36 mesi di servizio. Ecco il contenuto del comunicato.

Precariato, ddl sen. Mario Pittoni per stabilizzare i precari dopo 36 mesi di supplenze. Anief: bene, ma serve un decreto multiplo

Immissioni in ruolo di diritto e supplenze con precedenza per i docenti con 36 mesi di servizio: è questo il nucleo centrale del disegno di legge riproposto in questi giorni dal Presidente della Commissione Istruzione al Senato, il senatore Mario Pittoni, per porre un giusto argine al comma 131 della legge La Buona Scuola, approvata tre anni fa, che precluderebbe l’accesso alle supplenze a tutti quei precari che a partire dal 2019 avranno superato i tre anni anche non continuativi di servizio nella scuola.
Mentre il Ministro Bussetti prende tempo, la rivista specializzata Orizzonte Scuola si sofferma sull’iniziativa del senatore leghista riprendendo un approfondimento di Italia Oggi: nel ddl si legge che le percentuali destinate alle assunzioni non dovrebbero essere modificate, dal momento che il provvedimento nei fatti interesserà docenti che sono già nelle prime posizioni delle graduatorie ad esaurimento. Le nuove disposizioni, semmai, danno una risposta ai docenti non inseriti nelle Graduatorie ad esaurimento, si pensi ai docenti di II fascia o III fascia delle graduatorie di istituto, che maturerebbero il diritto all’immissione in ruolo in base al servizio svolto, addirittura senza abilitazione (ma questo è già stato superato dall’attuale sistema di reclutamento, il Decreto Legislativo n. 59 del 13 aprile 2017, che prevede un concorso regolare aperto ai docenti che possono vantare 36 mesi di servizio negli otto anni precedenti), ma anche senza concorso. Inevitabile sarebbe il ricorso ad una ulteriore graduatoria.
Dunque, si vogliono creare i presupposti perché ai precari triennalisti venga attribuito il diritto all’immissione in ruolo, dall’anno successivo alla maturazione dei 36 mesi, nelle assunzioni a tempo indeterminato “nella provincia o regione diverse da quelle di appartenenza, a condizione che siano esaurite tutte le graduatorie a tempo indeterminato e che non ne sia previsto l’aggiornamento per l’anno successivo”. Poiché non è possibile assicurare, nei fatti, l’immissione in ruolo a tutti i docenti che raggiungeranno a partire dal 1° settembre 2019 tale limite, il disegno di legge attribuisce una priorità nell’attribuzione delle supplenze al 30 giugno o nelle supplenze temporanee, per tutta la provincia scelta, senza limitazione di scuole.
Per il sindacato, quello di abolire il divieto alla successione dei contratti a termine, introdotto dalla Buona Scuola, è un passaggio fondamentale, ma deve rientrare in un quadro complessivo e di pluri-modifiche. Solo in questo modo si potrebbe finalmente superare la mancata stabilizzazione di 140mila docenti e Ata precari, come denunciato la scorsa settimana a Bruxelles, dal presidente nazionale Anief Marcello Pacifico davanti al Parlamento europeo.
“Per Anief – spiega lo stesso Pacifico – se il provvedimento dovesse essere inserito all’interno di un decreto legge urgente del Governo da emanare per superare il caos delle supplenze e delle assunzioni successi a seguito della sentenza dell’Adunanza plenaria del dicembre scorso, dovrebbe riguardare anche la trasformazione di tutto l’organico di fatto in organico di diritto e la riapertura delle graduatorie ad esaurimento a tutto il personale in possesso dell’abilitazione con la conferma dei ruoli già assegnati”.
“A questo piano straordinario di assunzione – conclude il sindacalista autonomo – dovrebbe infine corrispondere un’ulteriore mobilità straordinaria, anche del personale neo assunto con la fase transitoria in corso di svolgimento. Lo stesso Ministro Bussetti ha detto che gli interessi da salvaguardare sono diversi e occorre operare al meglio per non lederne nessuno: siamo d’accordo, a patto che lo si faccia in tempi celeri e senza anteporre gli interessi finanziari a quelli della didattica e del personale da stabilizzare”.