Ministro Bussetti sta rilasciando troppe interviste. Sta rischiando di mettere troppa carne al fuoco. Propongo un metodo meno televisivo, ma più convincente.
Ministro Bussetti, troppe dichiarazioni e interviste
Ministro Bussetti sta rilasciando molte interviste e/o dichiarazioni.
Un docente dovrebbe guadagnare quanto un medico o un magistrato, dalle aule passa il futuro del Paese. Non possiamo, però, nascondere la difficile situazione delle finanze pubbliche” ( La Repubblica)
“La scuola è veramente tale se è aperta. A tutti e per tutti». E ancora più concretamente: “L’inclusione scolastica è una priorità. La via maestra per garantirla è aumentare il personale specializzato. Dobbiamo lavorare in questa direzione” (Vita.it)
Concludo con un passaggio di intervista ripresa da Scuolainforma“Posso garantire che i miei uffici sono impegnati per garantire un avvio regolare del prossimo anno scolastico”
La proposta di un metodo
Potrei continuare. Preferisco, però, fermarmi.
Comprendo che il ruolo di Ministro comporta anche il curare le relazioni pubbliche. Le interviste e le dichiarazioni rivestono questo ruolo. Il rischio, però, è di entrare nel meccanismo dell’annuncite, del parlare di qualunque cosa. Punto. In altri termini, il Ministro rischia di entrare nel Nulla, caratterizzato dall’assenza di fatti concreti.
Quindi suggerisco al Ministro un diverso metodo: parli dopo aver prodotto dei fatti. Mi rendo conto che questi potrebbero meno rispetto alle intenzioni, alle interviste. Meglio però presentare i fatti! Sarebbe un bel segnale di discontinuità, rispetto ai Ministri precedenti. Volando alto, il suddetto metodo rappresenterebbe un’inversione di tendenza rispetto al contesto culturale caratterizzato dalle parole al vento. In altri termini, suggerisco di applicare, ovviamente con i dovuti distinguo, il detto evangelico ” E la Parola si fece carne!”