Non tutti sanno che l’INPS ha previsto in alcuni casi l’esonero dalle visite fiscali: per quali patologie è possibile ottenerlo? Per applicare l’esonero è necessario che il medico INPS utilizzi il codice identificativo “E”, quando la diagnosi indica una condizione di gravità tale, che il controllo domiciliare disposto d’ufficio viene sconsigliato. Prima di concedere l’esenzione, il medico verifica la storia pregressa del lavoratore, attenzionando il numero di giorni di malattia già utilizzati.
Patologie che danno diritto all’esonero dalle visite fiscali
Tra le patologie indicate dall’INPS per l’esonero dalle visite fiscali, troviamo gli stati terminali e quelle che richiedono le terapie salvavita. Di seguito l’elenco fornito dall’INPS degli stati patologici di invalidità senza obbligo di visite fiscali:
- Sindromi vascolari acute con interessamento sistemico;
- emorragie severe /infarti d’organo;
- coagulazione intravascolare disseminata e condizioni di shock;
- insufficienza renale acuta;
- insufficienza respiratoria acuta anche su base infettiva;
- insufficienza miocardica acuta su base elettrica (gravi aritmie acute) ischemica (infarto acuto), meccanica (defaillance acuta di pompa) e versamenti pericardici;
- cirrosi epatica nelle fasi di scompenso acuto;
- gravi infezioni sistemiche;
- intossicazioni acute ad interessamento sistemico anche di natura;
- professionale o infortunistica non Inail (arsenico, acquaragia, ammoniaca, insetticidi);
- Ipertensione Liquorale Endocranica Acuta;
- malattie dismetaboliche in fase di scompenso acuto;
- malattie psichiatriche in fase di scompenso acuto e/o in tso;
- neoplasie maligne, in trattamento chirurgico e neoadiuvante chemioterapico antiblastico e/o sue complicanze;
- trattamento radioterapico;
- sindrome maligna da neurolettici;
- trapianti di organi vitali;
- altre malattie acute con compromissione sistemica (encefalite, meningite) per il solo periodo convalescenziale;
- quadri sindromici a compromissione severa sistemica secondari a terapie o trattamenti diversi.
L’INPS chiarisce che esiste la possibilità di effettuare controlli e verifiche sulla correttezza della certificazione e della prognosi, anche dietro richiesta del datore di lavoro.
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