Scuola, è difficile anche andare in pensione?

In ogni ambito, lavorativo e non, la burocrazia la fa ormai da padrone. Troppi iter burocratici non fanno altro che appesantire la “macchina” amministrativa anziché snellirla. Ed è quello che sta accadendo nel settore scolastico in vista dei pensionamenti. L’eccessiva burocrazia sta infatti rallentando le procedure di pensionamento. E da questo marasma non sono solo i diretti interessati (i richiedenti la pensione) ad essere danneggiati, ma anche i molti precari che aspettano fiduciosi che si liberino posti da poter ricoprire.

La nuova procedura

A trattare l’argomento è stato il Gazzettino. Quello che emerge è un boom di richieste pensionistiche, che vanno a scontrarsi con una burocrazia piena di intoppi. Sono infatti ben più di 35000 le domande di pensione presentate nel comparto scolastico. Ma quando verranno a tutti gli effetti portate a termine non è chiaro, anche se il termine ultimo per dare una risposta alle molte domande dovrebbe essere il 31 agosto. La nuova procedura di verifica dei requisiti pensionistici spetta da quest’anno all’Inps, che si trova dunque in questi giorni immersa in una moltitudine di carte. Fino all’anno scorso invece erano gli uffici scolastici regionali ad inviare le certificazioni opportune all’Inps per poter avviare le procedure di pensionamento. Mentre prima ancora il tutto doveva essere inviato all’Inpdap, attraverso una procedura ben più facilitata.

Ripercussioni sull’avvio del prossimo anno scolastico?

Quello che si teme è che ci possano essere ripercussioni sull’avvio del nuovo anno scolastico. Questo perché eventuali ritardi andrebbero ad influire: sugli stessi richiedenti la pensione, che per tutta l’estate non sapranno se la loro domanda andrà a buon fine; sui precari, che aspirano a posti da poter ricoprire che invece risultano ancora coperti dai titolari finchè le domande pensionistiche non verranno accolte; su coloro che hanno richiesto il trasferimento. Insomma, potrebbe essere nuovamente un inizio caotico.

L’incontro col Miur

E’ inaccettabile il grave ritardo nella determinazione del diritto alla pensione – ha affermato Anna Fedeli, Flc Cgil nazionale – sta creando gravi danni ai lavoratori, e al funzionamento delle scuole”. E proprio per questo, i sindacati hanno chiesto un incontro sia col Ministro dell’Istruzione Bussetti sia col Presidente dell’Inps Boeri, per poter snellire le procedure di pensionamento arrivando nei tempi giusti, per poter dare corso alla mobilità e alle assunzioni in ruolo.