Scuola, ecco i dati sui posti liberi dopo mobilità: 'Allo Stato non conviene dare le cattedre ai precari'

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Centocinquantamila ‘buchi’ da coprire il più presto possibile. Le stime pubblicate dal sindacato Anief, all’indomani delle operazioni di mobilità, tracciano un quadro ben chiaro della situazione della scuola pubblica italiana. In una nota pubblicata dal sindacato, vengono riassunti i dati relativi ai posti liberi.

Per quanto riguarda la scuola dell’infanzia, i posti liberi sono 3500 oltre ai 1200 sul sostegno. Per la scuola primaria il numero aumento a quasi 6400 posti oltre ai circa 4500 sul sostegno. Nella scuola media, arriviamo a 13.350 posti comuni e a circa 6mila sul sostegno. Alle superiori risultano quasi 17mila posti sulle varie classi di concorso ed oltre 1.600 di sostegno.

Anief: ‘Allo Stato non conviene più dare le cattedre ai precari’

Anief sottolinea come tutto questo non abbia più senso in virtù delle diverse ordinanze emesse dalla Corte di Cassazione lo scorso 26 giugno, ‘assecondando il risarcimento dei precari per la mancata adozione del principio di non discriminazione verso il personale precario della scuola, a cui vanno assegnati i medesimi scatti automatici stipendiali del personale già assunto in ruolo. Inoltre, il risarcimento per l’abuso dei termini dopo 36 mesi, precedente alla Legge 107/15, è dovuto in tutti quei casi in cui il posto risulti vacante e disponibile oppure laddove il lavoratore provi al giudice che vi è stata una forzatura, ai fini del risparmio pubblico a danno del lavoratore stesso, collocando il posto libero dell’organico di fatto per risparmiare sui mesi estivi’

Marcello Pacifico, Anief: ‘Bisogna intervenire con il Decreto Dignità’

Il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico ha così commentato: ‘In questa situazione è fondamentale fare quella ricognizione di posti realmente liberi, in modo da avere una lettura realistica di quelli oggi sovradimensionati sull’organico di fatto. La trasformazione di quei posti diventa ancora più rilevante dal momento in cui allo Stato nemmeno conviene più precarizzare i suoi insegnanti, in virtù della posizione della Cassazione che ha aperto gli scatti di anzianità anche ai supplenti, su indicazione di Bruxelles, facendo cadere la convenienza per l’amministrazione pubblica di lasciarli precari per più tempo possibile. Bisogna intervenire con il Decreto Dignità – prosegue Pacifico – andando in primis a modificare il Testo Unico sulla scuola, nelle parti in cui avalla tale discriminazione, contro la quale si sono espressi più volte pure i giudici europei. E contro cui il nostro sindacato ha creato i presupposti per fare approvare una Risoluzione del Parlamento europeo, a fine maggio, proprio sul precariato scolastico italiano. Poi, al tavolo delle trattative – conclude il presidente Anief – cercheremo anche di andare a modificare quelle parti del contratto collettivo nazionale che sono da ostacolo ad un’effettiva parità di trattamento e di diritti di tutti i lavoratori della scuola.’

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