Afam abilitante a volte sì a volte no

I diplomati AFAM, dopo l’emanazione del bando di concorso 2018 rivolto ai docenti abilitati, hanno iniziato un lungo braccio di ferro con l’amministrazione per l’esclusione, ritenuta illegittima, dai colloqui orari che si stanno svolgendo già in diverse regioni d’Italia. Da quando è iniziato il contenzioso sono fioccate sentenze contrastanti (ammissione/rigetto) che hanno lasciato interdetti molti osservatori. Ci eravamo lasciati con un orientamento mutato, da parte della giustizia amministrativa, che non riteneva abilitante il diploma AFAM. Per questo motivo, diversi docenti in possesso di questo diploma sono stati esclusi dalla partecipazione al cosiddetto transitorio facilitato.

Oreintamenti giurisprudenziali diversi

La tesi del Tar Lazio, per quanto riguarda i c.d. diplomati AFAM “vecchio ordinamento”, si fonda sul principio che a tale titolo non può essere riconosciuto valore abilitante all’insegnamento, con argomenti ai quali non può che rinviarsi (cfr., tra le ultime, TAR Lazio, Roma, questa sez. III-bis, sentt. nn. 3035 e 3075 del 2018). Si tratta di un orientamento non condiviso dalla giustizia ordinaria come dimostra l’ultimo caso che proviene dal tribunale di Napoli.

Accoglimento Tribunale di Napoli

Il giudice del lavoro di Napoli ha accolto la tesi che ha evidenziato quanto sia irragionevole la scelta ministeriale di non considerare titolo equipollente all’abilitazione all’insegnamento quello rilasciato ante 1999, ovvero conseguito in seguito, ma con le stesse regole, dalle istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica (comparto AFAM). Il giudizio è stato emesso dietro ad un ricorso presentato da un docente assistito dall’avvocato Ciro Santonicola. La vittoria in questo ricorso ha fatto sì che il docente in questione abbia potuto partecipare al colloquio orale non selettivo a distanza di qualche giorno dall’emissione del provvedimento giudiziario.

Motivazaioni

Irragionevole o, meglio ancora, incomprensibile la scelta adottata dal Miur e dei governi passati di apporre paletti nell’esecuzione di procedure concorsuali rivolte ai docenti precari. La ventennale storia vertenziale condotta dagli esclusi ha il suo caposaldo nella pronuncia della Corte Costituzionale che ha giudicato illegittimo escludere i docenti di ruolo dalla partecipazione ai concorsi. La proliferazione dei ricorsi può essere arrestata solamente consentendo a tutti gli aspiranti docenti di poter accedere al ruolo operando una graduazione che li ponga in coda alle GM.