Classi pollaio, pessime notizie dal Ministro Bussetti
Classi pollaio, pessime notizie dal Ministro Bussetti

Classi pollaio, finalmente il Ministro rivela la sua posizione. Imbarazzante la sua dichiarazione. A breve avremo una risposta definitiva.

Classi pollaio, la posizione del Ministro Bussetti

Classi pollaio, finalmente il Ministro rivela il suo pensiero. L’occasione è stata l’audizione davanti alle Commissioni Istruzione del Senato e della Camera dei Deputati (1 agosto 2018). “la media a livello nazionale è di 21,1 alunni per classe. In qualche caso – si sono verificate situazioni per le quali, vuoi per iscrizioni avvenute anche dopo i termini previsti, vuoi per taluni indirizzi di studio particolarmente specializzanti, e al solo fine di accontentare il più possibile le famiglie e gli alunni, si è verificato  il caso della costituzione di singole classi numerose, ma sempre nel rispetto, ma sempre nel rispetto delle previsioni del D.M. del 2009 “

Sconcerto e delusione sono i sentimenti dominanti

Cosa dire? Rimango basito, sconcertato e deluso.
Innanzitutto, come ho già scritto, la prima parte della dichiarazione conferma due convinzioni, abbastanza diffuse tra chi non frequenta da anni le aule. Il ragazzo, l’alunno sono trattati come dei numeri che fanno media ( “21,1 alunni per classe“). Le loro storie, i loro profili sono marginalizzati. Il contesto che giustifica è quello economico, magistralmente riassunto nell’ultima nota ministeriale del 29.03.18, dove le aperture a classi “dimagrite” (= 20 alunni) sono subordinate alle compatibilità economiche.
Il Ministro, però, aggiunge un nuovo elemento: le classi pollaio sono giustificate “in qualche caso” dalle eccessive richieste dei genitori. Ne consegue una scuola poco educativa, in balia dell’utente, “orientata alla domanda del cliente (=genitore), e quindi corresponsabile del degrado pedagogico.
Purtroppo, il Ministro dimostra di non frequentare gli USR che di fronte alle continue e diffuse richieste di ottimizzazione pedagogica del numero degli studenti per classe, rispondono che la normativa (D.M. 81/09) non consente loro  di comportarsi diversamente.

“Era già tutto previsto!”, non poteva essere altrimenti

Di fronte a queste dichiarazioni lo sconcerto si ridimensiona, considerando il movimento politico di appartenenza del Ministro (Lega). Questo faceva parte del Governo Berlusconi IV (2008-11). Pertanto, firmatario dei provvedimenti che hanno dato vita alla Riforma Gelmini (prelievo forzoso di 8 miliardi, abolizione delle compresenze del tempo pieno e formalizzazione delle classi pollaio…)

Classi pollaio, fine delle discussione?

Quindi assisteremo alla”blindatura” delle classi pollaio, nonostante la conferma della loro abrogazione nel programma di governo?
La prossima legge di Stabilità 2019 rappresenterà il banco di prova per il governo. Capiremo meglio il “peso” della scuola.  Ma le speranze di un #cambioverso  sono  ridotte al lumicino. Del resto il Ministro Bussetti ha parlato di “obiettivi realmente perseguibili” (linee programmatiche). L’abolizione delle classi pollaio comporta l’aumento dei gruppi di alunni(=classi). Quindi incide economicamente. Purtroppo le poche risorse disponibili saranno destinate per la flat tax, il reddito di cittadinanza, la riformulazione della Riforma Fornero. Quindi non ci “resta che piangere!”. In tal caso, bruciante sarà la delusione per un  governo che aveva promesso il cambiamento  anche per la scuola (“abolizione della Legge 107/15, delle classi pollaio…), restituendoci, invece, “Il già visto”. In altri termini “il funerale della pedagogia”.