Chiamata diretta, Pittoni: pronto testo legislativo per abolirla

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Lo scorso 26 giugno 2018 attraverso un accordo tra i sindacati rappresentativi e il Ministero della Pubblica Istruzione è stato raggiunto un accordo per sospendere per l’anno scolastico 2018/2019 la norma che regolamentava l’odioso iter della chiamata diretta.
In effetti, quell’accordo rappresentava di fatto una sospensione contingente e momentanea. La chiamata diretta è stata ‘congelata’ solo ed esclusivamente per quanto concerne la procedura riguardante il passaggio da ambito a scuola per i docenti neoassunti e per quelli trasferiti solo su ambito.

Necessario abolire definitivamente la chiamata diretta

Come risaputo, la procedura relativa alla chiamata diretta è stata introdotta nel 2015 con l’approvazione della Buona Scuola (art. 1  della Legge 107/15). Per tale motivo, nonostante l’accordo prima illustrato abbia di fatto sospeso per quest’anno la sua efficacia, rimane di fatto in vigore per gli anni successivi.
Diventa quindi necessario prevedere una nuova norma che superi di fatto l’attuale procedura contenuta nella Legge 107/15 che riguarda nello specifico la chiamata diretta, e che provveda dal punto di vista legislativo a stabilire con certezza la sua totale abolizione.
In tal senso, il sen. Mario Pittoni sin da subito aveva assicurato il suo personale impegno circa l’abolizione della odiata procedura in argomento. A quanto pare, dalle notizie che si rincorrono in queste ore, lo stesso senatore ha già predisposto il testo normativo necessario a che possa in futuro eliminarsi questa odiata e contestata norma per via della complicata e farraginosa procedura.
Il sen. Pittoni, attuale Presidente della Commissione Istruzione in Senato, nelle ore scorse ha rilasciato alcune dichiarazioni a prova della veridicità di quanto illustrato: “La nostra idea guida – precisa il sen. Pittoni – è portare le persone più vicino possibile al luogo in cui hanno affetti e interessi; portarli lontano e’ un costo per lo Stato e per le famiglie e un danno per i ragazzi. Presenteremo nel tempo una serie di disegni di legge per rimediare ai danni degli ultimi anni“.
Noi crediamo, viceversa, che bisognerebbe porre in essere non una serie di interventi per migliorare l’attuale Buona Scuola ma una riforma generale che corregga (punto per punto) tutte le storture e le incomprensibili quanto insensate procedure contenute nella quasi totalità dei commi dell’unico articolo della Buona Scuola. Questo passaggio normativo deve essere fatto necessariamente una tantum e non in maniera rateale.
Resta tuttavia ancora sconosciuto il contenuto, gli aspetti e i dettagli presenti nel succitato dispositivo legislativo a cui fa riferimento il Presidente sen. Pittoni.

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