Scuola, ministro Bussetti attacca le modalità 'assunzione docenti Buona Scuola'

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Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha rilasciato un’intervista al quotidiano ‘Il Giornale‘, all’interno della quale ha toccato diversi argomenti e problemi riguardanti il mondo della scuola. Ci si avvicina all’inizio dell’anno scolastico e, naturalmente, il pensiero è quello relativo alle oltre centomila supplenze ‘irrinunciabili’, all’insufficiente numero di dirigenti scolastici, diversi dei quali sono costretti a saltare da una scuola all’altra, senza contare la scottante questione dei diplomati magistrali e la situazione allarmante del personale ATA. Il ritornello, più o meno, è quello già ascoltato in passato con le ultime ministre Fedeli e Giannini, con la promessa, da parte del ministro Bussetti, di rivedere le modalità di assunzione del personale scolastico.

Bussetti: ‘Buona Scuola ha creato danni irreparabili’

Il titolare del dicastero di Viale Trastevere non ha mancato di lanciare un’altra frecciata alla Buona Scuola Renziana, affermando che la legge 107 ha creato dei ‘danni irreparabili’: ‘in particolare sulle modalità di immissione in ruolo di decine di migliaia di docenti. L’operazione è stata concepita e gestita male, – ha affermato il ministro dell’Istruzione – provocando l’allontanamento di molte persone a centinaia di chilometri da casa. Anche la chiamata diretta dei docenti risultava poco incisiva, per questo l’abbiamo sospesa’.

Bussetti: ‘Come ministro dell’istruzione, ricordo volentieri Sergio Mattarella’

La domanda provocatoria de ‘Il Giornale’ riguarda il ministro dell’istruzione che Bussetti rimpiange…’Volendo ricordare un ministro del passato che abbia dato un contributo importante al mondo della scuola, – dice Bussetti – mi piace citare il nostro presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo la fine del suo incarico a viale Trastevere, è rimasto molto legato al mondo della scuola dimostrando grande attenzione alla formazione dei giovani’. Ricordiamo che Mattarella fu ministro dell’Istruzione da luglio 1989 a luglio 1990, con presidente del Consiglio, Giulio Andreotti: Mattarella, però, fu aspramente criticato dal personale scolastico proprio per aver apposto, senza alcuna opposizione, la propria firma alla Legge 107 renziana.

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