Sembrava tutto pronto affinché gli scolari di
Rovigo potessero iniziare le lezioni in maniera regolare, ma qualcosa sembra essere andato storto. Infatti, il problema proviene dall’ennesima penuria locale di insegnanti: ne mancherebbero 127.
Non solo docenti, ma risulterebbe esserci anche la mancanza di una cinquantina tra
impiegati, collaboratori, tecnici e ausiliari scolastici. ‘Un esercito’, come riporta un recente articolo del Resto del Carlino. Il termine ultimo per le assunzioni è il 31 Agosto. A pochi giorni dal suono della prima campanella, si rischiano le lezioni a Rovigo, come del resto un po’ in tutta la Penisola.
Rovigo: una questione non solo locale
Ovviamente, la
penuria di insegnanti nelle scuole non è una questione propria solamente di Rovigo, ma di tutta Italia. I sindacati comunque palano chiaro: secondo i dati da loro resi noti, si parla di 10 cessazioni d’insegnamento nelle scuole d’infanzia, 43 nelle Primarie, 23 nelle Secondarie di primo grado e 45 in quelle di secondo grado. Un disastro apparentemente irreparabile.
La decisione del MIUR
Senza ascoltare i pareri del sindacato, il
Ministero dell’istruzione ha comunque autorizzato gli stessi posti per questo anno accademico. Se non fosse per la presenza dei maestri diplomati magistrale, le scuole elementari sarebbero destinate a rimanere chiuse.
Stefania Botton, della Cisl Scuola di Padova e Rovigo ha dichiarato: ‘La situazione dei pensionamenti mostra problemi per quanto riguarda gli insegnanti di sostegno e si aggiunge alla questione sospesa dei circa 100
maestri diplomati magistrali polesani…’. La Botton ha inoltre precisato che, rispetto agli scorsi anni, il numero di pensionamenti sia aumentato.
Per risolvere la situazione, si spera in due strade: la prima è la firma (avvenuta presso il
Miur) dell’accordo riguardante i posti rimasti vuoti e disponibili in immissioni di ruolo, per cui al momento si attende l’ok da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze. La seconda è ovviamente il concorso per docenti già abilitati. Questi ultimi, una volta superata la prova orale, entreranno in graduatoria regionale e da essa si potrà attingere per rimpinguare le cattedre rimaste vuote.