Ultime notizie 6 settembre 2018, Pensioni – Pubblichiamo un interessantissimo comunicato pubblicato in queste ore da CERIPNEWS sul tema spinoso della riforma delle Pensioni.
Riforma pensioni: due strade per il futuro, ultime notizie 6/9
Se non si trovano i soldi, finora si sono fatte solo parole al vento! Prosegue il dibattito sulle pensioni e si fanno i conti a tavolino. Secondo le stime di alcuni sindacati il Governo avrebbe a disposizione 6 miliardi di euro per procedere con la revisione della Legge Fornero, tuttavia sembra che per il 2019 ne saranno stanziati solamente 2 miliardi, utili per introdurre la c.d. Quota 100, ma per permettere a tutti i lavoratori, in possesso dei requisiti, di aderire a questa opzione di pensione anticipata occorrono dai 7 agli 8 miliardi, una cifra ad oggi insostenibile per le casse dello Stato.
Ecco perché in questi giorni i tecnici del Ministero dell’Economia e delle Finanze stanno lavorando al fine di individuare la soluzione migliore per rendere più flessibile l’uscita dal mercato del lavoro ma senza mettere a rischio i conti pubblici.
Ricordiamo che la Quota 100 è quello strumento con cui è possibile andare in pensione una volta che l’età anagrafica del lavoratore sommata all’anzianità contributiva maturata dà come risultato 100.
Riforma Pensioni: Quota 100 in forse perché mancherebbero i fondi necessari per la sua attuazione
Per farlo, allora il Governo intende attuare dei “paletti”, facendo in modo che la spesa complessiva non superi i 2,5 miliardi di euro.
Scrive Simone Micozzi sulla testata Money (www.money.it):
- La prima possibilità è quella di dare il via a Quota 100 come ulteriore strumento per la gestione degli esuberi, rendendo modulabili il requisito anagrafico e quello contributivo e attivando un fondo unico o più fondi;
- Nella seconda possibilità, invece, la platea dei potenziali beneficiari della Quota 100 sarebbe più ampia, dal momento che i paletti riguarderebbero l’età anagrafica per accedere a questo strumento (che dovrebbe essere di minimo 64 anni), oltre al fatto che dovrebbero essere riconosciuti non più di 2 anni di contribuzione figurativa.
Inoltre, ci potrebbe essere una penalizzazione sull’assegno previdenziale di coloro che decidono di ricorrere alla Quota 100, dal momento che l’importo verrebbe ricalcolato interamente con il sistema contributivo.
Secondo le stime, tuttavia, con quest’ultima strada il limite dei 2,5 miliardi di euro di spesa verrebbe superato, dal momento che per introdurre la Quota 100 ne sarebbero necessari almeno 3,5. Ecco perché in tal caso si profila un parziale stop al finanziamento dell’Ape Sociale che ricordiamo è in scadenza il 30 dicembre 2018, che comunque non verrebbe eliminato del tutto, bensì sarebbe assorbito in quel fondo su cui modellare la Quota 100 per gli esuberi.
In merito le OO.SS. hanno chiesto al Governo un incontro per capire quali sono i piani in merito alla riforma delle pensioni. Nel dettaglio, oggetto della contestazione è la possibile sospensione dei finanziamenti per l’Ape Sociale, dal momento che in tal caso le categorie “protette” che oggi possono richiedere l’anticipo pensionistico vedrebbero allungarsi di 4 anni i tempi per l’accesso alla pensione.
Nei prossimi giorni vedremo alla fine se il Governo manterrà quanto promesso nel suo “contratto” oppure se, per rispettare i vincoli di bilancio, si sono trattati solo di discorsi fatti al vento.
Fonte: CERIPNEWS