Scuola, diplomati magistrali: ministro Bussetti 'Inserita disposizione nel ddl Dignità'
Il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, durante un’intervista rilasciata alla rivista ‘Panorama‘, ha parlato di diversi argomenti, sollecitato dalle domande della giornalista Emanuela Fiorentino. E’ stato chiesto al nuovo titolare del dicastero di Viale Trastevere quale sia il suo rapporto con colei che l’ha preceduto, vale a dire Valeria Fedeli. ‘Personalmente la rispetto.’ è stata la risposta stringata del ministro che ha avuto modo anche di parlare del suo rapporto con i sindacati che, come ricorderete, con il Governo Renzi e il ministro Stefania Giannini, sono stati messi in un angolino, senza aver poter esprimere voce in capitolo.

Scuola, Bussetti: ‘Sindacati? Con loro ho ottimi rapporti’

‘Ho ottimi rapporti perché penso che siano una grande risorsa – ha affermato il Ministro Bussetti – E poi, vede, quando vengono a parlarmi di lavoro, non devono insegnarmi nulla. Ho fatto anche l’operaio. A 16 anni andavo nell’officina meccanica di mio zio, a Castelletto Ticino. Stavo lì, sotto le trance e le piegatrici, costruivamo le prime parabole per la tv satellitare. Mi svegliavo alle 5, mettevo i fogli di giornale sotto ai vestiti per il freddo e col mio Benelli 50 che si fermava appena superavo i 30, ci mettevo almeno un’ora ad arrivare. Duemila lire l’ora. non era così male’.

Bussetti: ‘Governo Renzi non ha ascoltato, è stato miope, non ha visto’

Il discorso finisce per cadere sulla Buona Scuola. Viene chiesto a Bussetti quali siano stati gli errori della gestione Renzi: ‘Non ha ascoltato, è stato miope, non ha visto. Come la storia del re nudo. solo con il proprio potere. Anche io, da provveditore agli studi di Milano, avevo fatto proposte, scritto lettere, ma non c’erano mai risposte. Avevano una grande occasione e non l’hanno sfruttata.’
Si parla anche dei contenziosi relativi al famoso algoritmo: ‘L’algoritmo è stato un male per tutti. ma non solo quello – ha dichiarato Bussetti – E’ stato l’elemento scatenante che ha fatto emergere tutto il resto: la valutazione degli insegnanti senza criterio o la chiamata diretta, che ho congelato. Da questo mese ogni dirigente scolastico dovrà comunicane ai docenti quali sono i criteri per la valutazione. ci vuole trasparenza. I presidi, d’accordo con le Rsu d’istituto, renderanno noti parametri e indicatori per misurare la competenza di chi insegna’.