La riforma Buona Scuola, probabilmente, è stata la riforma più ‘odiata’ e ‘bistrattata’ in assoluto dal personale scolastico. Se ripensiamo ai grandi scioperi, alle assordanti voci dei docenti e del personale Ata che hanno cercato, sino all’ultimo, di fermare quella legge, si comprende molto bene come i risultati, come ampiamente temuto, siano stati disastrosi.

Dopo l’odiata Buona Scuola, Renzi non vuole arrendersi

Il futuro della scuola è, come sempre, un’incognita e le premesse non sono incoraggianti: mancano le risorse finanziarie per risollevare una scuola pubblica italiana a terra ma che, in maniera dignitosa, all’avvio del nuovo anno scolastico, tenta ugualmente di tirarsi su, nonostante una situazione, per certi versi, drammatica.
Il primo firmatario di quella riforma aveva promesso che sarebbe stato in silenzio per due anni, all’indomani della sua sconfitta politica. Poi aveva annunciato che sarebbe stato fuori dal giro per qualche mese. Ora, Matteo Renzi, sembra aver ritrovato la voglia di rimangiarsi i precedenti proclami e di fare dietrofront sulle proprie decisioni.

Matteo Renzi: ‘Andrò nelle scuole, in tv. Pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato’

Dal palco della Festa dell’Unità a Firenze, Matteo Renzi annuncia: ‘Andrò nelle scuole, in tv. Pensano di essersi liberati di me, ma hanno sbagliato‘. L’ex presidente del Consiglio lo annuncia quasi come se stesse meditando una ‘vendetta’ contro chi ha voluto la sua caduta politica: ‘Non vivo nell’ansia di tornare da qualche parte ma vivo nell’ansia di non lasciare la politica a chi crede che sia un prolungamento di Facebook’.
Il personale scolastico ha, indubbiamente, contribuito nel crollo politico di Matteo Renzi con quel voto sul referendum costituzionale, primo forte segnale della sua caduta, sancito poi dalle ultime elezioni. Ora, l’ex leader del Partito Democratico annuncia (o minaccia, a seconda dei punti di vista…) il suo ritorno a tutti coloro che credevano di essersi liberati di lui. Stavolta la scuola, probabilmente, reagirà con indifferenza.