La Gilda degli Insegnanti torna sul piede di guerra contro la legge 107, vale a dire la riforma Buona Scuola. Il sindacato parla di ‘ferite profonde inferte al nostro sistema scolastico: è tempo che la politica si impegni in un’analisi concreta e seria per trovare una via di uscita.’
Gilda: ‘Non chiediamo un ritorno al passato ma vogliamo una speranza per il futuro’
Il coordinatore nazionale Rino Di Meglio ha ribadito il giudizio della Gilda nel corso di un discorso all’assemblea nazionale in corso di svolgimento a Salerno: ‘Non chiediamo necessariamente un ritorno al passato, ma vogliamo che al futuro della scuola sia data una speranza di cambiamento. “Il fatto che dei 57mila posti disponibili per le immissioni in ruolo meno della metà siano stati coperti – sottolinea Di Meglio – è la dimostrazione del malfunzionamento della macchina amministrativa di cui sono responsabili la legge 107/2015 e la riforma dell’autonomia scolastica che ha voluto smantellare l’amministrazione centrale’.
Scuola, reclutamento docenti: ‘Il percorso FIT triennale è destinato a fallire’
Inevitabile il riferimento al nuovo sistema di reclutamento docenti, quello introdotto dalla riforma renziana con il percorso formativo di tre anni, un sistema da cambiare in quanto non può funzionare: ‘Il sistema dei concorsi previsto dalla cosiddetta Buona Scuola, che prevede un percorso di 3 anni, è estremamente macchinoso e, dunque, destinato a fallire. A breve presenteremo una proposta di legge alla quale stiamo lavorando per semplificare la procedura’.
Gilda ribadisce il no alla presenza di genitori e alunni nel comitato di valutazione
Anche il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, nel corso del suo recente intervento a ‘Repubblica TV’, ha spiegato come il sistema di reclutamento vada semplificato e soprattutto abbreviato nei tempi di formazione dei docenti. Sul fronte del bonus merito, infine, Di Meglio ha ribadito la netta contrarietà verso la presenza di genitori e alunni nel comitato di valutazione: ‘Si tratta di un’offesa cocente alla dignità dei docenti ai quali deve essere garantita la libertà di insegnamento’.