Ammissione con riserva dei laureati al concorso non confermata dal Consiglio di Stato

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Sul concorso riservato ai docenti abilitati, indetto con DDG n. 85 del 1° febbraio 2018, sull’ammissione a parteciparvi dei laureati e dei non abilitati, giungono aggiornamenti dalle stanze del Consiglio di Stato. Come si ricorderà, la rimessione alla Corte Costituzionale per la loro esclusione aveva suscitato diverse reazioni tra i docenti. I timori di qualcuno che la Corte potesse annullarlo erano stati fugati da autorevoli esponenti politici. C’è stato anche chi temeva uno scavalcamento in graduatoria per l’ammissione alle prove suppletive riservato ai ricorrenti. A leggere uno dei dispositivi del Consiglio di Stato di oggi c’è da ritenere che il concorso riservato non subirà altri scossoni prima del pronunciamento della Consulta.

In attesa del pronunciamento della Corte

Nella camera di consiglio di oggi il Consiglio di Stato ha esaminato tanti altri appelli cautelari di docenti non abilitati e di semplici laureati che chiedono l’ammissione con riserva al concorso riservato ai docenti abilitati, indetto con DDG n. 85 del 1° febbraio 2018. I giudici di Palazzo Spada hanno spiegato che l’accoglimento di tali istanze comporterebbe, per l’elevato numero degli ammessi con riserva, un mutamento della natura dello stesso concorso in esame, in assenza delle esigenze di certezza e continuità che nella specie solo la pronuncia della Corte Costituzionale può dare. In altre parole, pronunciarsi prima che la Consulta si sia pronunciata sulla legittimità di un concorso riservato agli abilitati non è possibile. Per questo motivo il Consiglio di Stato ritiene di accogliere le istanze cautelari soltanto per una sollecita fissazione del merito in primo grado.

Salvi gli orali degli abilitati

La decisione odierna del Consiglio di Stato esclude la possibilità dell’ammissione con riserva dei ricorrenti. La giustizia amministrativa ha ritenuto di dover attendere il parere del Supremo organo costituzionale, limitandosi a rinviare i contenziosi alla fase conclusiva del merito nella quale il TAR Lazio sarà chiamato a sentenziare. Pertanto i colloqui orali, per i quali in molte regioni si attende la pubblicazione dei relativi calendari, continueranno a svolgersi come da programma.

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