Una manovra di bilancio che trascura i dipendenti pubblici: così viene definita dal sindacato Anief in merito all’accordo di Governo sulla nota di aggiornamento al Def (Documento di Economia e Finanza). Ci si è preoccupati delle pensioni e del reddito di cittadinanza, ma l’esecutivo sembra non aver pensato a scongiurare la perdita dei mini-aumenti in busta paga appena ricevuti dai dipendenti statali. Stando così le cose, il Governo non dimostrerebbe alcun interesse per ‘i compensi irrisori percepiti dai dipendenti pubblici, un terzo dei quali in servizio nella scuola’.
Governo deve trovare 4 miliardi di euro altrimenti gli statali perderanno gli aumenti stipendiali
Anief: ‘Gli attuali stipendi sono lontani dal recupero dell’inflazione’
Il presidente dell’Anief aggiunge: ‘Gli arretrati irrisori conferiti al personale della scuola per il 2016 e il 2017, a seguito del rinnovo contrattuale dell’aprile scorso, e gli 80 euro dati per il 2018 a titolo perequativo dimostrano come gli attuali stipendi siano miseri e lontani dal recupero dell’inflazione. Anzi, potrebbero persino scomparire nel 2019 se non si trovano 2 miliardi per coprirne l’erogazione come a tutti gli statali (600 mila tra docenti e Ata), a cui se ne devono aggiungere almeno altri 2 miliardi per garantire il bonus di 80 euro.
Assegno di pensione potrebbe non superare i 750-800 euro: una somma simile che oggi, attraverso il reddito di cittadinanza, si vuol dare a chi non ha lavorato
‘Senza interventi – conclude Pacifico – , allo stato attuale, quando si andrà in pensione col sistema contributivo puro si avrà a malapena il 40-50% dell’ultimo stipendio: significa che, siccome stiamo parlando di buste paga nette attorno ai 1.500 euro, in media l’assegno di pensione potrebbe non superare i 750-800 euro. Una somma simile a quella che oggi, attraverso il reddito di cittadinanza, si vuole destinare a chi non ha lavorato. Ecco perché Anief lancia un appello al Governo perché si occupi anche di chi lavora ogni giorno per lo Stato e i suoi cittadini’.