La risposta degli studenti a Luigi Di Maio

La protesta degli studenti durante lo sciopero di venerdì scorso ha riempito le pagine di cronaca, soprattutto per l’episodio accaduto a Torino (manichini raffiguranti Salvini e Di Maio dati alle fiamme). Il vicepremier e leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, a questo proposito, ha risposto tramite un video pubblicato su Facebook.

Di Maio agli studenti: ‘Vediamoci e mettiamoci al lavoro sulle cose che servono alla scuola’

‘Vediamoci per inserire nella manovra emendamenti a favore della scuola e del diritto allo studio. Incontriamoci e mettiamoci al lavoro sulle cose che servono alla scuola – ha detto il vicepremier – Propongo di vederci al ministero o se volete in una scuola o università. Chiamerò il ministro per l’Istruzione Marco Bussetti e verremo assieme. Spero che dopo il nostro incontro si possa dichiarare lo stato di partecipazione permanente, con il quale scriviamo nella Legge di Bilancio quello che serve per la scuola e il diritto allo studio.’

La risposta degli studenti a Luigi Di Maio

La risposta degli studenti è arrivata tramite un video pubblicato, tra l’altro, dal giornale ‘Il Fatto Quotidiano’. ‘Grazie alle mobilitazioni, il Governo si è ricordato degli studenti – esordisce così il video – Abbiamo visto il tuo invito ad incontrarci. Vediamoci, approviamo il codice etico sull’alternanza scuola-lavoro, gli studenti non possono più fare l’alternanza in enti che inquinano, sono collusi con la criminalità organizzata o sfruttare i lavoratori.’

Ministro Di Maio, lei è stato anche rappresentante degli studenti, quindi conosce bene gli alti costi che uno studente deve affrontare per potersi permettere gli studi e quanto sia sempre più difficile ottenere una borsa di studio a causa dei pochi investimenti. Incontriamoci per poter aumentare i fondi per il diritto allo studio e permettere a tutti di poter accedere all’Università.
Ministro Di Maio, queste sono alcune delle nostre proposte, la nostra generazione ha pagato la crisi degli ultimi 10 anni. Ora basta, le parole rassicuranti non ci bastano, vogliamo soluzioni concrete. Da oggi, saremo in stato di agitazione permanente nelle scuole e nelle università di tutto il Paese. Il 16 e 17 novembre torneremo a manifestare’.