Cyberbullismo, Lo Stato Italiano ha deciso di divenire protagonista attivo nella lotta al fenomeno. La legge 71/17 è il risultato di questo impegno. Lodevole! Il disposto rimanda a responsabilità che implicitamente coinvolgono anche il Dirigente Scolastico
Cyberbullismo ora c’è l’impegno della Repubblica grazie a Carolina Picchio
Cyberbullismo, il 18 giugno 2017 è una data importante nella lotta al contrasto del fenomeno. La Repubblica italiana ha formalizzato il suo impegno contro il bullismo online con la legge 71/17. Il merito va alla Senatrice E.Ferrara e professoressa di musica di C.Picchio, vittima di una variante di cyberbashing. Solitamente questa forma di bullismo online rimanda ad atti di violenza fisica (percosse sulla vittima, ripresa della scena, postata nel Web e quindi la “messa alla gogna mediatica” della vittima). Nel caso, invece di C. Picchio, non c’è stata una violenza fisica, ma psicologica (ripresa della ragazzina ubriaca e invio nel web del filmato). Risultato: tra il 4 e 5 gennaio del 2013 la ragazza quattordicenne si suicidò, non riuscendo a sostenere l’enorme pressione psicologica.
Una legge che impegna tanto
La legge 71/17 “distribuisce” una serie di impegni che coinvolgono a vario titolo diversi soggetti e organismi istituzionali. Ai fini di questo intervento analizziamo quelli inerenti la nomina del referente al contrasto del Cyberbullismo e la parte di Regolamento d’Istituto dedicato al fenomeno.
Si legge all’art.4 comma 3″Ogni istituto scolastico, nell’ambito della propria autonomia, individua fra i docenti un referente con il compito di coordinare le iniziative di prevenzione e di contrasto del cyberbullismo… ”
Invece all’art. 5 comma 2, troviamo: ” I regolamenti delle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 4, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 giugno 1998, n. 249, e successive modificazioni, e il patto educativo di corresponsabilità di cui all’articolo 5-bis del citato decreto n. 249 del 1998 sono integrati con specifici riferimenti a condotte di cyberbullismo e relative sanzioni disciplinari commisurate alla gravita’ degli atti compiuti.”
Un doppio impegno per i Dirigenti Scolastici
I due passaggi impegnano direttamente il Dirigente Scolastico. Egli deve farsi promotore e favorire l’assimilazione della Legge 71/17 nella singola realtà dell’Istituto, di cui è rappresentante legale e garante della sicurezza dei frequentatori a vario titolo. La mancata realizzazione di queste due impegni per il contrasto al cyberbullismo, possono configurarsi nella “culpa in organizzando”. Questa ha il suo fondamento giuridico nell’art. 2043 del Codice Civile che ritiene responsabile il Dirigente Scolastico in tutti i casi in cui non ponga in essere tutte le misure organizzative per garantire la sicurezza dell’ambiente scolastico e la “disciplina” tra gli alunni. A differenza della “culpa in vigilando” la parte lesa nel diritto ha l’onere della prova. Impegno facile, se consideriamo che ci si riferisce ad atti formali.