Forse è finalmente arrivato il momento di dire addio alle tanto odiate classi pollaio.
Vi ricordate la riforma Gelmini sulla scuola?
Riassumo i punti salienti: classi più affollate, da 27 nelle elementari fino a 33 nelle superiori, riduzione del numero degli insegnanti di 87 mila unità in 3 anni ed eliminazione delle compresenze.

Ecco come sono nate le classi pollaio… Un sentito ringraziamento  alla (per fortuna) ex ministra Gelmini da parte di docenti e studenti. Addio percorsi individualizzati e addio qualità. Ma la centralità dell’alunno non era una priorità? Probabilmente no per la nostra cara Mariastella.

Fortunatamente verrà messa una pezza a questa pessima scelta a partire dal triennio 2019-21. Una consistente parte del DEF proposto nei giorni scorsi dal governo giallo-verde è stata dedicata alla scuola, all’università e alla ricerca. Tra gli obiettivi posti nel Documento di Economia e Finanza relativi alla scuola vi è anche l’addio alle classi pollaio con la riduzione a un massimo di 22 alunni per classe (20 se c’è un disabile tra gli studenti) per ogni grado scolastico.

Si torna a una dimensione umana

Il progetto presentato dalla deputata M5S Lucia Azzolina rappresenta un bel taglio, in termini di studenti, rispetto ai limiti dalla legge Gelmini (da 15 a 26 per la primaria; da 18 a 27 per le medie e tra 27 e 30 per la prima della secondaria). L’idea è quella di ridurre il rapporto alunni-docente per migliorare la qualità della didattica e anche quella di ridurre il numero di alunni per adeguare le classi alle aule.

Infatti, fatto da non trascurare, in molte scuole le aule non sono adatte a contenere un numero di alunni così elevato, pertanto si va incontro anche a difficoltà logistiche e di sicurezza. Preoccuparsi della cura degli spazi in cui passano gran parte della loro giornata i ragazzi è fondamentale. Inoltre con classi così numerose i docenti non riescono a far fronte a tutte le problematiche presenti nella propria aula, rischiando di trascurare gli alunni più meritevoli per concentrarsi su quelli più bisognosi. Con un numero di alunni più esiguo sicuramente il docente riuscirebbe a gestire al meglio la situazione di ogni singolo alunno, facilitando l’apprendimento e il potenziamento.

I conti tornano?

Ma quanto costerebbe questo adeguamento ai limiti della legge Azzolina? 338.500.000 euro per l’anno 2019, 1.180.000.000 di euro per l’anno 2020, 1.715.100.000 euro per l’anno 2021 e  2.130.000.000 di euro dall’anno 2022.

A renderne difficile l’attuazione è anche il parere di coloro che sentenziano che spendere così tanti soldi quando le classi pollaio con oltre 30 alunni, in tutta Italia, sono “solo” 410 su quasi 120.000, sarebbe uno spreco. Ebbene, invitiamo questi “esperti” a insegnare anche solo per un mese in una di queste classi…