Ritorno al passato per il sistema di reclutamento dei docenti: cancellato il fit e i concorsi saranno più snelli. Ancora una volta la Lega detta le condizioni sulle riforme della scuola.
Concorsi più snelli: prof molto giovani con zero ore di tirocinio
Si, sarà proprio così: i concorsi saranno aperti a tutti, i vincitori potranno essere di fatto neo laureati in erba ma con poca esperienza per stare dietro una scrivania a scuola.
Questa compagine di governo a trazione leghista ha oramai preso il sopravvento su tutto e su tutti. Una palese ed evidente certezza, dimostrata anche dall’ennesima decisione di ritornare al passato (per ciò che riguarda la modalità dei concorsi) pur introducendo alcune novità che guarda caso coincidono con quelle clausole volute da sempre da parte della Lega. Ci riferiamo, ovviamente al vincolo di mobilità per almeno 4 anni sulla cattedra ‘vinta’ ed assegnata.
Siamo alle solite frittelle con gli ingredienti misti che urtano i palati di alcuni e allietano le papille gustative di altri. In questo caso la Lega, come in tanti altri aspetti, la sta facendo da padrona. Il gap tra le due forze politiche di maggioranza sta ogni giorno ampliandosi con la perdita emorragica di consensi da parte dei fans del movimento pentastellato. Intanto, Beppe Grillo se la ride e contemporaneamente sta valutando dove mettere la sua asticella, quella dei limiti da non superare. Sa bene il comico genovese che andando di questo passo si corre il rischio di entrare nel tunnel dell’irreversibilità dei consensi.
Si va avanti da qualche mese disattendendo tutte le aspettative del personale della scuola. Fin qui nulla di grave, visto che la politica giallo verde (sempre più verde) ha, di contro, accontentato qualcuno sbiadendo in parte la Buona Scuola di Renzi. Ma gli addetti ai lavori sollevano, su questo argomento, tante polemiche. Ecco cosa dicono i tanti elettori pentastellati (ex democratici) che vivono la scuola: “Sinora non si è affatto smantellato nulla. Sono state abolite esclusivamente quelle procedure che non hanno funzionato affatto sin dal loro esordio”, con il plateale benestare anche della parte politica di sinistra, sempre meno convinta di quegli aspetti normativi della riforma scolastica voluta dal PD. Questa pare sia la verità sull’azione finora svolta dal Ministro Bussetti da quando si è insediato al Miur.
Quanto conta l’opinione del M5S sulla questione Concorsi a scuola?
Le promesse in politica vanno mantenute! Questa è la regola principale, soprattutto quando a farle sono stati i cosiddetti ‘cittadini’, appartenenti ad un movimento politico come il M5S. Quelle promesse sono state esternate prima del 4 marzo 2018 e in quel caso il target era rappresentato anche da tutti i lavoratori del comparto della scuola: maestri, insegnanti e personale della scuola in generale. Oggi invece, questo settore pare appartenere solo ed esclusivamente alla Lega, visto che lo rappresenta il ministro in quota a tale forza politica. Ci si chiede spesso: ma oggi il M5S cosa pensa delle scelte politiche attuate fino a questo momento su questo comparto della Pubblica Amministrazione?
Nel passato, in politica, chi ha deciso di non mantenere le promesse, perché doveva rispettare i patti con gli alleati di governo, ha perso inesorabilmente i suoi sostenitori. Oggi, i malcontenti esistono e sono davvero concreti. Anche tra chi insegna. Un consiglio a Di Maio? Meglio vedere tra pochi mesi Di Battista al suo posto che nessun pentastellato tra gli scranni dei due rami del Parlamento della prossima Legislatura.