Lavoro, settimana 'corta' con lo stesso stipendio: ecco la rivoluzione finlandese
Lavoro, settimana 'corta' con lo stesso stipendio: ecco la rivoluzione finlandese

La riforma pensioni, voluta dal Governo Conte per superare la Legge Fornero, non soddisfa affatto il personale scolastico: l’esecutivo gialloverde confermerà Opzione Donna che, però, taglierà l’assegno di quiescenza in modo significativo in quanto l’importo verrà calcolato interamente con il sistema contributivo, sempre che si posseggano i requisiti necessari per poterla richiedere. In molti casi, si assisterà ad una riduzione di oltre il 30 per cento dell’importo, rispetto alla pensione di vecchiaia.

Pensioni scuola, Quota 100 e Opzione Donna

Il provvedimento andrà ad operare insieme a Quota 100 che permetterebbe l’uscita anticipata anche a 62 anni, anche qui con inquietanti incognite sul mantenimento dell’assegno completo.

A questo proposito, il sindacato Anief, come si legge in una nota pubblicata sul sito ufficiale, ha predisposto una serie di emendamenti alla Legge di Bilancio 2019 che riguardano il capitolo pensioni: si chiede l’inclusione dell’insegnamento tra le professioni caratterizzate dal particolare gravoso, che attualmente danno diritto all’Ape Sociale. In sostanza, viene chiesta un’integrazione alle quindici categorie identificate come ‘mansioni gravose’ e per le quali venne introdotta lo scorso anno, dal Governo Gentiloni, la misura di anticipo pensionistico.

Allargare attuale finestra di pensione anticipata attualmente prevista solo per il personale dell’infanzia

Anief chiede, inoltre, che “il carattere peculiare della professione docente rispetto alle altre professioni della Pubblica Amministrazione per il diffuso e gravoso stress psicofisico, unito all’attuale pesante gap generazionale tra docenti e discenti con il personale insegnante più vecchio del mondo”, consenta l’attivazione di “un’apposita finestra che permette l’accesso e la decorrenza del trattamento pensionistico di vecchiaia o di anzianità secondo le regole previgenti la riforma cosiddetta “Fornero””.

Anief ritiene che sia ‘indispensabile allargare l’attuale finestra di pensione anticipata prevista soltanto per il personale dell’infanzia’. Tutti gli insegnanti della scuola pubblica, dunque, e non solamente i maestri d’infanzia, devono avere il diritto a beneficiare, a partire dal prossimo anno scolastico, dello status di operatori in ambiente di lavoro particolarmente difficile, perché “lo svolgimento della professione docente ha un carattere gravoso in tutti gli ordini di scuola, come si evince dagli studi sullo stress da lavoro correlato e burnout del dottor Vittorio Lodolo D’Oria”.