Sui titoli di sostegno, ogni volta che se ne presenta l’occasione, si concentra l’attenzione delle decine di migliaia di precari che ambiscono ad ottenere il ruolo nella scuola. Capita spesso che per conseguire una specializzazione sul sostegno si ricorra a metodi, per così dire, non convenzionali. Altrettanto spesso, sulle cronache nazionali, si leggono di indagini della Guardia di Finanza che portano ad arresti per truffe su titoli falsi.

L’ultima notizia proviene da Salerno, come riporta un articolo pubblicato da Il Mattino. Gli autori della truffa sono riusciti ad occultare le prove dell’illecito.

L’articolo de Il Mattino

Altro che vandalismo, altro che episodio scellerato e fine a se stesso. Era un attentato mirato, con una precisa strategia criminale finalizzata, che puntava ad un obiettivo in particolare: distruggere le tracce di una colossale farsa, eliminare le possibili prove di una serie di falsi costruiti a tavolino. È questa l’ipotesi principale per spiegare quanto avvenuto lo scorso due dicembre – una domenica mattina – all’interno degli uffici del Provveditorato agli studi di Salerno. Il rogo, le fiamme, fumo nero, nessun furto, tanti sospetti, qui nel palazzone di Fuorni, un edificio sul quale ora ha acceso i propri riflettori la Procura di Napoli. Un’inchiesta tutta partenopea sui diplomi da assegnare agli aspiranti insegnanti di sostegno, che devia improvvisamente su Salerno, proprio alla luce di quelle fiamme dolose denunciate otto giorni fa dal Mattino.

Intensificare i controlli

Il lavoro in Italia è diventato merce preziosa, terreno di scambio di favori e consensi elettorali. Il vizio tutto italiano di falsificare i titoli non accenna a scomparire. Ma più che alla mentalità italiana di raggirare il prossimo per un proprio tornaconto personale, la colpa è da attribuire esclusivamente alla politica. Dal dopoguerra ad oggi si sono succeduti governi che hanno totalmente ignorato il fenomeno. Questa prassi è ben conosciuta dal MIUR, al quale ora si può dare ragione quando dubita della genuinità dei titoli prodotti dagli aspiranti. Una volta tanto spezziamo una lancia in favore del Ministero dell’Istruzione.