Non ci sarà l’aumento dei soldi in favore delle scuole paritarie. Periodicamente torna nelle discussioni parlamentari e tra i docenti la problematica delle risorse disponibili in favore dell’istruzione. Avevamo anticipato ieri la notizia dello stop all’aumento in M5S boccia emendamento Pittoni soldi alle scuole paritarie.
A togliere ogni dubbio è stata l’onorevole Lucia Azzolina con un post apparso su Facebook.
No a nuovi finanziamenti alle scuole paritarie
“Un messaggio per tutti – scrive l’On. Azzolina sul social – continuo a leggere notizie su un fantasioso aumento di 150 milioni alle scuole paritarie. Lo abbiamo già detto e ribadito, ma a quanto pare non basta. Non c’è nessuna intenzione da parte del Governo di dare più soldi alle paritarie. Di emendamenti ne vengono scritti a iosa… – prosegue l’onorevole membro della VII Commissione Cultira Istruzione alla Camera dei Deputati – per fortuna viene accolto solo ciò che serve urgentemente al Paese e più soldi alle paritarie non rappresentano ovviamente un’urgenza. La scuola statale è e sarà la nostra priorità.”
Emendamento bocciato
Nella legge di bilancio in via di approvazione con il voto di fiducia al Senato previsto per domani, in un primo tempo era stato inserito un emendamento a firma del senatore Mario Pittoni. Ne avevamo parlato in un nostro altro contributo di pochi giorni fa dal titolo Scuole Paritarie, aumentano i finanziamenti: Pittoni presenta emendamento. L’esiguità delle risorse a disposizione ha indotto il Parlamento a respingerlo. In qualche modo il ministro Bussetti ne aveva anticipato la sorte quando qualche settimana fa aveva detto “ci si scalda con la legna che si ha”.
Nostre considerazioni
Il governo attualmente in carica rappresenta un punto di rottura con le politiche del passato, o almeno questo si intendeva con la accezione Governo del Cambiamento. Dotare le scuole paritarie di ulteriori fondi, oltre a quelli già esistenti che provengono dalle rette salate che occorrono per frequentarle, avrebbe rappresentato una contraddizione in termini. La decisione di non approvarli viene salutata positivamente da tutti i docenti che amano la scuola statale pubblica.