Studenti: lettera pubblica del CNSU al governo

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Qui di seguito pubblichiamo una lettera da parte del Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari al Governo. Ringraziamo la presidente Anna Azzalin per il prezioso documento che divulghiamo, sperando di farvi cosa gradita. Una denuncia di come l’istruzione in questi 10 anni di continui cambiamenti ai vertici del Governo sia sempre stata posta ai margini delle priorità dei nostri politici e di come manchino i dovuti investimenti per l’Università e la Ricerca.

Ammanchi gravissimi che hanno come conseguenza il triste fenomeno della fuga di cervelli da parte di eccellenze nostrane. Come se non bastasse, sono sempre meno gli immatricolati, i laureati e i dottorandi in Italia, anno dopo anno.

Studenti: sempre meno laureati e dottorandi in Italia 

A nome di tutto Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari, organo consultivo del
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ritengo doveroso condividere
pubblicamente alcune imprescindibili riflessioni.
Il CNSU svolge un ruolo inevitabilmente cruciale e fondamentale nei processi politici che
riguardano il sistema universitario nell’interesse, in particolar modo, dei suoi principali
protagonisti: gli studenti, i dottorandi, gli specializzandi. Negli anni il Consiglio ha acquisito
via via maggior centralità nel dibattito politico facendosi spazio, richiedendo ascolto e
avanzando proposte concrete. Non sempre, però, è stato compito agevole.

È evidente come il
contesto politico di questi anni, nella sua complessità, non abbia favorito iniziative politiche
lungimiranti anche in ambito universitario. Un tale clima, nel mondo accademico, è stato poi
ulteriormente esacerbato da un continuo e generale sottofinanziamento del sistema che, oltre
ad averne svilito il ruolo sociale, ha colpito la comunità accademica intera.
Con l’ultimo cambio ministeriale, il CNSU attualmente in carica ha visto susseguirsi, nei suoi
quasi tre anni di mandato, già ben tre Governi; sin da subito, a nome di tutti i gruppi
consiliari, ho manifestato piena disponibilità a collaborare con quello attuale.

Purtroppo,
però, il Ministro Bussetti non ha mai accolto l’invito ad incontrarci, ignorando – di fatto – il
nostro lavoro, a partire dal “Rapporto sulla condizione studentesca 2018” che ha l’intento di
fornire al Governo e al Paese una fotografia assolutamente chiara e nitida dello stato di salute
del nostro sistema universitario, raccontandolo e analizzandolo in tutti i suoi aspetti, e
cercando di fornire anche osservazioni e proposte migliorative.
Sebbene nel corso di questi mesi come Consiglio abbiamo avuto l’occasione di incontrare
altre figure importanti e rappresentative del Ministero, come il Capo Dipartimento Giuseppe
Valditara e il Vice Ministro Lorenzo Fioramonti, oggi ci troviamo costretti a denunciare
pubblicamente come quanto da loro annunciatoci stia venendo disatteso dalla Legge di
Stabilità 2019.

Ancora una volta il cambiamento che tanto è stato auspicato è volto alla
esacerbazione della situazione. Non è il cambiamento che vi avevamo chiesto e non è il
cambiamento che, nelle rare occasioni di incontro, ci avevate annunciato.
L’Italia continua a ricoprire gli ultimi posti in varie statistiche per numero di laureati,
immatricolati, iscritti complessivi e dottori di ricerca, accontentandosi del raggiungimento di
target ben meno ambiziosi rispetto a quelli dei partner UE, come avvenuto con gli obiettivi nazionali nel quadro Europa 2020.

Crediamo fermamente che non sia ipotizzabile una reale
crescita per il nostro Paese senza un investimento concreto sul suo futuro, senza cioè un
significativo investimento sulle giovani generazioni. Solo così l’Università potrà tornare ad
essere un luogo di formazione e crescita della persona aperto a tutti, anche ai giovani meno
abbienti, verso una società più equa.
La Legge di Stabilità che avete predisposto delude pienamente le aspettative formatesi in
tutto il mondo accademico anche alla luce delle premesse delineate nella Nota di
aggiornamento al DEF. Non avete ritenuto necessario un rifinanziamento strutturale
dell’Università e del Diritto allo Studio, decurtando 30 milioni sul Diritto allo Studio.

Non è
ancora stata eliminata la figura dello studente idoneo non beneficiario di borsa di studio,
nonostante l’impegno assunto e le proposte concrete da tempo mosse dal nostro Consiglio.
Manca una politica di assunzione e stabilizzazione di personale docente che possa garantire
agli studenti una formazione di qualità e per tutti, oltre che un riconoscimento del valore
sociale di chi svolge funzioni di docenza e ricerca e, al contrario, vi siete orientati verso il
blocco delle assunzioni.

In riferimento alla No Tax Area, anziché implementare il Fondo di
Finanziamento Ordinario, di fatto avete proceduto ad un ulteriore taglio di ben 40 milioni. A
tutto ciò, si deve poi aggiungere un taglio di 30 milioni sulla ricerca per un totale, quindi, di
100 milioni complessivi che avete tolto al sistema universitario. È evidente come, per
finanziare altre vostre priorità, avete deciso di fare cassa alle spese dell’Università e di tutte le
sue componenti.

Riconosciamo, quindi, che l’istruzione non è realmente una vostra priorità e denunciamo con
forza e totale contrarietà la vostra scelta di tenere fuori dalle politiche d’investimento del
Governo proprio l’Istruzione, l’Università e la Ricerca.
Roma, 23 dicembre 2018
La Presidente
Anna Azzalin

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