La macchina della giustizia si è messa in moto per scovare i furbetti con i diplomi falsi. Il vezzo italico di pagare anche 2-3mila per ottenere un attestato falsificato ha portato fino adesso al licenziamento in tronco di 5 bidelli. Le migliaia di segnalazioni prodotte da docenti e associazioni sindacali hanno indotto l’Ufficio Scolastico Regionale del Veneto ad avviare opportuni accertamenti. In particolare destavano più di un sospetto i titoli conseguiti col massimo dei voti posseduti da alcuni collaboratori scolastici. Le indagini condotte dagli inquirenti hanno portato ad individuare nel salernitano e precisamente a Castel San Giorgio il centro di produzione di migliaia di diplomi falsi.

Il fulcro delle operazioni

L’amministrazione scolastica della Campania era già al corrente che esistevano due istituti che rilasciavano false attestazioni in cambio di denaro. Si tratta del De Sanctis e del Vanvitelli di Castel San Giorgio. Il Provveditorato di Bari aveva segnalato che le due scuole non avevano alcun riconoscimento di parità scolastica, né tantomeno risultavano inserite nell’elenco regionale delle scuole non paritarie. Per questo motivo non avevano nessun valore i diplomi rilasciati ai ‘furbetti’. Ma l’ufficio scolastico regionale del Veneto sospetta di altre due scuole che nel frattempo avevano perso la parità scolastica. Si tratta del Primo Levi di Agropoli e del Luca Pacioli di Nola.

I numeri dei sospettati

Il caso dei tre bidelli licenziati in tronco in Veneto era solamente la punta di un iceberg. Le rivelazioni che giungevano dagli inquirenti si erano rivelate profetiche. La diploma connection scoperta in Veneto ha portato ad estendere i controlli in tutta Italia. Sono 500 fino adesso i casi sospetti di titoli non regolari riferiti a bidelli salernitani che avevano prodotto diplomi di qualifica professionale antecedenti al 2013. Ma nel mirino non ci sono soltanto loro. Dopo la scoperta di tre le docenti di sostegno trovate in possesso di un titolo falso adesso sono in 512 gli insegnanti specializzati a tremare. In comune hanno l’assunzione ruolo avvenuta 20 anni fa; 19 di loro provengono dal salernitano.

Titoli al setaccio

“Sono indagini mirate, verifiche titoli con indicazioni del giorno dell’esame di abilitazione e la data di iscrizione ai corsi abilitanti sul sostegno che si svolgevano presso scuole ed enti privati“, secondo fonti dell’Ufficio scolastico regionale, guidato da Luisa Franzese, come riporta Il Mattino. Proseguono, dunque, le indagini sulle pratiche di immissione in ruolo sulle cattedre di sostegno agli inizi degli anni 2000.