Personale scuola: titoli falsi e scandalo punteggi

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Negli ultimi periodi si è discusso sulla veridicità dei punteggi e titoli dichiarati dal personale della scuola. Da verifiche effettuate, molti punteggi sono risultati “gonfiati” per aggiudicarsi le supplenze o, addirittura, attestati e/o diplomi sono falsi.
Da tempo, infatti, gli uffici scolastici regionali e le forze dell’ordine stanno effettuando verifiche sull’effettivo possesso dei titoli del personale scolastico che ha ottenuto delle supplenze. Accertamenti avvenuti nei mesi scorsi hanno dimostrato la falsità di dichiarazioni presentate. In Veneto, ad esempio, dei collaboratori scolastici provenienti dalla Campania, sono stati licenziati perché in possesso di diplomi falsi. Anche nel salernitano, a quattro collaboratori scolastici è stato revocato l’incarico di supplenza. Oltre al licenziamento, arriverà probabilmente anche una denuncia per dichiarazioni mendaci e presentazione di titoli falsi.

Coinvolti anche i docenti

Ricordiamo che, come per il personale Ata, anche il personale docente è soggetto a controlli su quanto dichiarato nelle domande di inserimento /aggiornamento delle graduatorie. Quindi, nel mirino delle indagini, non solo personale Ata, ma anche docenti. Sempre in provincia di Salerno, almeno tre docenti sono stati trovati con un titolo di sostegno irregolare.

Le indagini ovviamente non si svolgono solo al centro-sud ma si muovono ad ampio raggio coinvolgendo tutte le regioni. Nelle regioni settentrionali si sta approfondendo circa la legittimità degli incarichi assegnati a partire dal 1990. L’ipotesi è che ci siano diverse gravi irregolarità, tali da configurare il reato di truffa ai danni dello Stato.

Servizi svolti presso scuole paritarie

I controlli vengono effettuati anche sui servizi svolti presso scuole paritarie.  In seguito a solleciti degli uffici scolastici regionali, si sono intensificati i controlli. Riportiamo a tal riguardo una nota ministeriale:

I controlli

Ma come avvengono i controlli iniziali? Le scuole sono tenute ad effettuare controlli diretti su tutte le dichiarazioni presentate, acquisendo d’ufficio idonea documentazione dalle scuole presso le quali il servizio è stato prestato. Per i servizi svolti presso privati possono richiedere la documentazione o verificare direttamente dal versamento dei contributi presso gli enti previdenziali.

Il servizio valutabile è quello effettivamente prestato (cioè quello retribuito, anche se in misura ridotta). I periodi per i quali è prevista la conservazione del posto senza assegni non sono valutabili, con eccezione di quelli attinenti a situazioni legislativamente o contrattualmente disciplinate.

Come spiega la FLC CGIL, il dirigente scolastico, nell’effettuare il controllo deve garantire la massima trasparenza nei riguardi degli atti che produce con le sue eventuali decisioni. Il controllo va effettuato entra 30 giorni (art. 72, commi 1 e 2, DPR 445/00). Se la convalida dei dati è positiva, il DS comunica all’interessato e alle altre scuole la convalida dei dati. In caso di mancata convalida dei dati per semplici irregolarità, il dirigente scolastico, ne dà notizia all’interessato e ne chiede la regolarizzazione. Se gli errori comportano modifiche dei punteggi e delle posizioni, il sistema informativo viene aggiornato. Di questo va data comunicazione all’aspirante e, anche in questo caso, si rilascia certificazione di convalida dei dati, eventualmente corretti e/o modificati.

Procedura in caso di false dichiarazioni

Le autodichiarazioni mendaci implicano una responsabilità penale, l’interruzione del rapporto di lavoro, l’esclusione dalla procedura per tutti i profili e graduatorie in cui si è inseriti e l’irrorazione di sanzioni (artt. 75 e 76 DPR 445/17). Le dichiarazioni individuate come false comportano:

  • il depennamento dalle graduatorie
  • la rescissione del contratto in atto
  • il mancato riconoscimento ai fini giuridici del servizio prestato
  • la denuncia all’autorità giudiziaria.

E’ quindi importante procedere con puntualità e accuratezza alle verifiche, in modo da evitare situazioni difficili da dirimere a causa del troppo tempo intercorso da quando le dichiarazioni erano state rese. Questo al fine di perseguire due obiettivi conformi alla Costituzione: “evitare l’instaurazione di un rapporto di impiego con soggetti che abbiano agito in violazione del principio di lealtà e tutelare l’uguaglianza dei concorrenti pregiudicati dalla sleale competizione con chi abbia partecipato alla selezione con documenti falsi o viziati”.

La FLC CGIL, a questo proposito, ha da tempo ribadito che, la valutazione e l’inserimento delle domande da parte delle segreterie, è un lavoro molto complesso. Sarebbe necessario un ufficio ministeriale territoriale a supporto, al fine di definire dei criteri di valutazione omogenei in tutto il territorio nazionale.

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