Il ministro Bussetti, durante una visita alle scuole Mozzillo di Afragola e Morano al Parco Verde di Caivano, ha rilasciato al Corriere un’intervista che ha originato un fraintendimento da parte dei docenti del sud. In particolare è stato contestato il passaggio in cui il ministro, rispondendo alla domanda di una giornalista circa la sorte dei finanziamenti al Sud, in vista della regionalizzazione di cui si parla in questi giorni, ci si dovesse preoccupare. Diversi docenti si sono sentiti feriti da alcune frasi per le quali, secondo Bussetti, occorre lavorare di più nelle scuole meridionali per ottenere i fondi.

L’intervista

Non esiste il sud e il nord; esiste un Italia. Questi sono momenti importanti per noi perché vogliamo far sentire la presenza di un Ministero che per ora è sempre stato abbastanza centrato e non disponibile ad avvicinarsi al territorio”. Con questa debita premessa il ministro ha ribadito che non esistono scuole del meridione del centro o del Nord, piuttosto che dell’est e dell’ovest. “Le scuole non debbono temere di perdere i fondi. Sono le persone che devono essere messe in grado di lavorare e di fare bene il proprio lavoro.”

Lavorare di più

I concetti spesso risultano fuorviati da una comunicazione non sempre indovinata, specialmente quando vengono estrapolati da un discorso più ampio. La dimostrazione sta nelle reazioni di alcuni docenti meridionali a questo passaggio. Si tratta del momento dell’intervista in cui un giornalista chiede al ministro cosa occorra per colmare il GAP esistente tra le scuole del Nord e le scuole del Sud. “ Vi dovete impegnare forte, questo ci vuole. L’impegno, il lavoro e il sacrificio“, concetto ribadito per ben due volte. Questa risposta di Bussetti non è stata accolta bene dai docenti meridionali che non hanno mancato di controbattere a queste dichiarazioni.