Precariato, 'altro che concorso selettivo: riapertura Gae e corsi abilitanti'
Precariato, 'altro che concorso selettivo: riapertura Gae e corsi abilitanti'

L’appello è quello lanciato dal segretario generale della Flc-Cgil, Francesco Sinopoli, nelle ore precedenti la mobilitazione unitaria del personale precario della scuola che, nella giornata di oggi, martedì 12 marzo, manifesterà in tutte le città italiane.

Qualità istruzione vuol dire posti stabili

‘Qualità dell’istruzione vuol dire posti stabili, continuità didattica e assunzione dei precari che da anni garantiscono il funzionamento delle scuole’, queste le parole dell’esponente del sindacato che snocciola, poi, i numeri relativi alle supplenze assegnate nel corso di quest’anno scolastico vale a dire ‘più di 88mila cattedre di docenti con contratti a tempo determinato: di questi 56mila derivano dall’organico di fatto. Sul sostegno – aggiunge Sinopoli – 1 posto su tre è ricoperto da un precario e tutto questo a settembre si aggraverà per effetto dei pensionamenti e Quota 100’.
Sono più di 100mila gli insegnanti che, da anni, prestano servizio nella scuola pubblica italiana con contratti a tempo determinato: bisogna stabilizzare la loro posizione.

Si continuano a cambiare le regole, senza rispetto per chi lavora

‘Se molti di loro non sono abilitati e non hanno potuto partecipare a nessun concorso negli ultimi anni – sottolinea Sinopoli nella nota pubblicata sul sito ufficiale della Flc-Cgil – è perché dal 2014 non viene avviato un percorso abilitante. Negli ultimi 20 anni ogni nuovo ministro insediato ha cambiato le regole del reclutamento, senza una visione di lungo periodo, senza rispetto per chi lavora. Per questo al governo chiediamo un cambio di passo e risposte adeguate’.
La Flc-Cgil sottolinea oltremodo la situazione di stallo che sta attraversando la scuola (è stata cancellata la fase transitoria e il concorso straordinario non è ancora partito) e i pericolosi scenari futuri, vista l’intenzione di avviare la regionalizzazione della scuola, ‘una misura che rischia di distruggere il sistema nazionale di istruzione, accentuando disuguaglianze e disparità tra aree più ricche e più povere del Paese’.