Aumenti contrattuali
Aumenti agli insegnanti,non basta annunciarli. Occorre fare chiarezza dal punto di vista normativo.

Aumenti agli insegnanti, i politici ci provano sempre! Almeno a parole. Le dichiarazioni, però, rispondono a una strategia che ormai ha perso ogni efficacia. Manca il contesto giuridico che, purtroppo, poi partorisce il  topolino.

Aumenti agli insegnanti, le dichiarazioni di Nicola Zingaretti

Il Pd è consapevole di aver perso le elezioni del 4 marzo 2018 a causa anche della frattura prodotta con il personale scolastico. Il “merito” è da attribuire alla Buona Scuola (legge 107/15) e alla mancanza di dialogo con la scuola. Ora Nicola Zingaretti, nuovo segretario, prova a ricucire lo strappo promettendo, come ha scritto Luigi Rovelli su questo portale, una legge per aumentare gli stipendi dei docenti.
Dichiarazione inefficace e strategicamente pericolosa perché rischia di aumentare la frattura tra il Pd e il mondo della scuola! Ormai gli insegnanti non ci credono più! Anche Di Maio ha seguito la stessa strategia (gennaio 2018). Poi, però, la montagna partorisce il topolino. In altri termini, gli aumenti contrattuali sono percepiti come una mancetta.
Questo è il canovaccio imposto al Ministro Fedeli (2018), dopo quasi dieci anni di blocco contrattuale (85 €). La stessa situazione è subita anche dall’attuale governo (14€ ca).

Tra il dire e il fare esiste il nostro ordinamento giuridico e il Mef

Quali le ragioni di questa differenza significativa tra gli annunci e il risultato finale? In altri termini, cosa porta a elargire miserie contrattuali?  La risposta la troviamo nel D.lvo 29/93 che prevede solo contratti pubblici con aumenti contrattuali in linea con il tasso d’inflazione programmata.
Scrivevo un anno fa su questo portale:”In uno stato di diritto, sono le leggi, i decreti attuativi e in subordine i Def che dettano le regole. Non è pensabile, quindi, andare “fuori campo”.  Proporre cifre contrattuali, pertanto, che non rispettano il vincolo del D.Lvo 29/93, significa solo andare  “fuori legge”, gettando  fumo negli occhi.”
Quindi è necessario che il politico di turno chiarisca bene come intende muoversi, in rapporto soprattutto al D.lvo 29/93. E in questa mancanza di chiarezza cade anche N. Zingaretti. E’ il suddetto decreto che giustifica, tra l’altro i tanti no del Mef, che correttamente deve applicare la normativa.
La fumosità delle dichiarazioni politiche sanno di presa in giro per la scuola. E questo sicuramente non fa bene alla politica! Non migliora, infine lo stato di salute della scuola, certificato dalla richiesta di quasi 20 mila docenti a usufruire della quota 100.