Scuola, la TV snobba i docenti: tra i soliti stereotipi e la mancanza di educazione

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E’ un dato di fatto che i problemi della scuola vengono costantemente snobbati dalla televisione. La TV, sia essa pubblica o privata, propone valanghe di talk show politici, dove gli esponenti dei vari partiti politici si insultano e si azzuffano senza che il telespettatore possa trovare una soluzione alle sue problematiche quotidiane, spesso drammatiche.

Parlare di scuola in TV? Giammai

La scuola non trova proprio spazio salvo le consuete ospitate del ministro dell’istruzione di turno che non perde occasione per snocciolare i risultati (quali?) della propria gestione amministrativa: negli ultimi anni abbiamo visto la coredattrice della riforma Buona Scuola, l’onorevole Stefania Giannini, ripetere all’infinito i soliti numeri riguardanti i miliardi ‘messi nella scuola’, messi e mai visti in termini pratici; senza contare, poi, l’onorevole Valeria Fedeli, mesta traghettatrice messa lì per caso aspettando la preannunciata capitolazione del Partito Democratico.

Tra la scuola già stufa di Bussetti e lo stereotipo mai tramontato del docente categoria ‘privilegiata’

Il ministro Bussetti doveva essere il ministro del ‘governo del cambiamento’, un cambiamento sperato prima delle elezioni ma che la scuola non sta affatto vivendo, anzi. In questi primi nove mesi di ‘potere’, la stragrande maggioranza del personale scolastico ne ha già abbastanza della nuova gestione.

E la scuola non trova spazio in TV, forse ancora per colpa di quello stereotipo legato alla professione del docente, stereotipo che non ne vuole proprio sapere di scomparire, quello dell’insegnante lavoratore statale e ‘privilegiato’, il docente che è fortunato perché si ‘gode’ tre mesi di vacanza d’estate al mare.

Troppa grazia parlare di scuola in TV

Così i problemi legati ai miseri stipendi del personale scolastico (a cui corrispondono aumenti-elemosina), alle classi pollaio, alla mancanza di rispetto degli alunni nei confronti dei professori e il preoccupante peggioramento del rapporto famiglia-insegnante, oltre alla pluriennale problematica legata al precariato e alla ‘supplentite cronica’, non vengono minimamente trattati in televisione quasi come se l’istruzione e l’educazione non interessassero a nessuno. Basta vedere il livello di ‘istruzione’ nei programmi televisivi di oggi per renderci conto che parlare di educazione è un paradosso.

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