I sindacati invitano il personale scolastico a scendere in piazza per protestare contro i ritardi nell’apertura della trattativa per il rinnovo del contratto nazionale del comparto istruzione e ricerca. Un altro motivo della protesta è rappresentato dall’autonomia delle regioni nel quadro normativo vigente: ferma opposizione ad ogni proposta di regionalizzazione, in particolare del sistema d’istruzione.
Sindacati verso lo sciopero del comparto istruzione e ricerca
I sindacati Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Snals e Gilda hanno proclamato lo stato di agitazione del comparto Istruzione e Ricerca. Nello stesso tempo, è stato chiesto un tentativo di conciliazione ai sensi dell’art. 4 dell’allegato al CCNL/1998-2001 sottoscritto il 29 maggio 1999 in attuazione della legge 146/90. Nel caso in cui il tentativo di conciliazione dovesse essere destinato al fallimento, i sindacati procederanno ad indire lo sciopero per una giorno da stabilire nel prossimo mese di maggio.
Rinnovo contratto nazionale e fase transitoria per docenti seconda e terza fascia
Uno dei punti maggiormente sentiti è quello che riguarda il rinnovo del CCNL per il prossimo triennio 2019-2021 con un giusto adeguamento dei salari oltre ad un’equiparazione degli stessi su tutto il territorio nazionale, dunque contro ipotesi di regionalizzazione degli stessi.
I sindacati, inoltre, rivendicano una fase transitoria riguardante i docenti di seconda e terza fascia ai fini della stabilizzazione del lavoro nella scuola su tutti i posti disponibili, compresi quelli che si libereranno per effetto dell’introduzione della quota 100 ai fini pensionistici.