Un anno di superiori all’estero per apprendere la lingua straniera

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Quante volte si sente dire che studiare all’estero è fondamentale per apprendere la lingua straniera? Ma sarà davvero così? Ecco il pensiero di Rosanna Gaudio – insegnante di lingua inglese nelle scuole superiori da oltre 20 anni – intervistata telefonicamente attraverso 9 domande.

1. È davvero importante andare all’estero per migliorare la padronanza di una lingua straniera o anche da casa si possono ottenere risultati simili?

Andare all’estero è importantissimo. A casa puoi apprendere le basi di una lingua straniera, mentre è importante cogliere anche l’aspetto culturale del popolo che parla un determinato gergo per apprenderlo fino in fondo e acquisire una padronanza linguistica totale. In caso contrario, per lo studente difficilmente sarà possibile apprendere tutte le competenze di cui necessita per comunicare attraverso una lingua straniera e il suo background. Gli inglesi per esempio usano meno il linguaggio del corpo rispetto agli italiani e hanno bisogno di un numero di parole maggiore per esprimersi rispetto a noi. Gli italiani, al contrario, utilizzano molto il linguaggio non verbale per esprimersi. Andare all’estero e immergersi nella cultura del popolo che parla una determinata lingua è importantissimo, proprio per capire quali sono i fenomeni linguistici che derivano dall’aspetto culturale di una determinata comunità.

2. Meglio partire da soli o in compagnia?

Meglio da soli perché quando si va in coppia (o con più conoscenti) si tende a parlare la lingua madre, nel nostro caso l’Italiano. Difficilmente con un connazionale si proverà a parlare una lingua straniera. Anche per questo motivo è importante inserirsi in un contesto differente dal proprio, ad esempio all’interno di una famiglia straniera. Nel caso in cui si scegliesse di partire con uno o più connazionali, sarebbe comunque meglio vivere in famiglie differenti e fare lezioni di lingua in classi diverse. In generale è importante che in ogni classe non ci siano 2 soggetti provenienti della stessa nazione (o, più precisamente, che parlano la stessa lingua madre).

Posso confermare che partire da soli può fare la differenza quando l’obiettivo è quello di imparare o migliorare una lingua straniera, perché velocizza e rende più efficiente la fase di apprendimento.

3. Quanto è importante la determinazione nel voler imparare la lingua?

Si tratta di un aspetto fondamentale. Se uno studente ha una motivazione che lo spinge ad imparare la lingua sarà possibile apprenderla. Se invece non ha nessun interesse ad acquisirla, non riuscirà mai a memorizzare un idioma differente dal suo. La motivazione ti spinge ad imprimere nella mente un gergo nuovo. L’esempio più banale per un ragazzo è quello di voler apprendere la lingua per prendere buoni voti agli esami scolastici, oppure in pagella quando si conclude l’anno. Un’alta motivazione può essere, appunto, quella di avere la possibilità di viaggiare e comunicare all’estero senza problemi. Se non c’è la giusta motivazione “non si muove foglia” ed anche gli sforzi fatti dai docenti per incoraggiare gli studenti ad apprendere diventano inutili.

4. Quanto può influire la paura di sbagliare nell’apprendimento della lingua e come fare per superarla?

La paura di sbagliare inibisce gli studenti quando si trovano in contesti linguistici differenti dal proprio e lo stesso avviene in classe: il compito del docente dev’essere quello di spingere lo studente a rischiare, senza rimproverare quest’ultimo se non si esprime in modo corretto. Il ragazzo, invece, va elogiato quando “si lancia” nel discorso comunicativo. L’insegnante ha certamente il compito di intervenire per correggere gli alunni, ma sempre con la giusta sensibilità.

Inoltre, l’abilità dello Speaking è la più complessa delle 4 abilità linguistiche (le altre tre sono Reading, Writing e Listening), perché all’inizio si cerca di pensare in italiano per poi tradurre ed esprimersi a voce e questo fa consumare molte energie all’emittente. Per questo motivo il docente deve spronare lo studente pian piano.

Un altro punto importante è il seguente: molto spesso nel nostro Paese viene insegnata ai ragazzi molta  grammatica. Questo va bene, ma bisognerebbe puntare di più sul lessico. Lato studente invece, per ampliare il proprio vocabolario quest’ultimo ha la possibilità di memorizzare canzoni in lingua straniera, ascoltare o leggere le traduzioni e cercare di ripetere a voce spezzoni di film, canzoni o poesie. Tutto questo aiuta man mano lo studente a “sbloccarsi”.

Un ragazzo inserito in un contesto estero invece, prima o poi dovrà disinibirsi per la necessità di dover soddisfare i propri bisogni, creando frasi sempre più articolate.

5. In che modo lo studente può continuare ad apprendere la lingua straniera, restando in contatto con il Paese che lo ha ospitato?

È possibile proseguire con la fase di apprendimento della lingua e tenersi in allenamento “prolungando” l’esperienza dei 12 mesi all’estero attraverso i seguenti modi: ascoltando programmi in lingua originale, seguendo la o le TV locali (ad esempio la BBC se il Paese da cui si fa ritorno è l’Inghilterra), leggendo le news dei giornali locali, rimanendo in contatto con la famiglia che ha ospitato lo studente e con i nuovi amici.

6. Quale destinazione è meglio scegliere?

Qualsiasi Paese in cui si parla la lingua straniera che si intende apprendere va bene. In particolare, per quanto riguarda l’inglese si dovrebbero preferire sempre Paesi di lingua anglofona. Sono adatte all’obiettivo anche nazioni come Nuova Zelanda, Australia ecc. in cui l’inglese è la lingua ufficiale.

7. Parlando di inglese, quale livello lo studente dovrebbe avere prima di partire per un’esperienza di studio estera?

Bisognerebbe possedere un livello di conoscenza della lingua sufficiente, ossia un buon A2, per esprimere i bisogni comunicativi di base. Questo permetterebbe allo studente di non partire “svantaggiato”, anche quando dovrà affrontare i corsi di studio in lingua straniera.

Il livello di competenza linguistica A2 solitamente appartiene ai ragazzi che frequentano la terza media e il primo superiore. Sarebbe comunque ottimo possedere un livello intermedio B1.

8. Quanto è possibile imparare durante un anno all’estero?

Tantissimo e non bisogna pensare solo al bisogno linguistico: la lingua è l’espressione di un popolo e più si riescono a comprendere usi e costumi di una comunità, più questo aiuta a capire perché una popolazione esprime un determinato concetto in un modo specifico. Bisogna vivere il fenomeno linguistico per capire come un gergo viene utilizzato e come bisogna usarlo per comunicare.

La lingua è qualcosa di vivo e sincopato che dai libri non è possibile dedurre. È composta da fenomeni paralinguistici che a scuola non si possono imparare.

9. Quali sono gli altri benefici che si ottengono dopo un anno all’estero?

È possibile conoscere una cultura differente dalla propria, farcendo nuove conoscenze e allargando le proprie amicizie, apprendere nuovi modi di vivere imparando ad aprirsi al mondo e diventando infine persone “open mind”. Si tratta di un processo di crescita dell’individuo che non riguarda unicamente la lingua.

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