Scuola, Tria promette 'sostegno all'istruzione' ma ecco perché qualcosa non torna
Scuola, Tria promette 'sostegno all'istruzione' ma ecco perché qualcosa non torna

Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha dichiarato che ‘tra i principali obiettivi programmatici dell’azione di Governo vi è anche il sostegno all’istruzione scolastica e universitaria e alla ricerca attraverso misure atte a finanziarne lo sviluppo, con particolare attenzione al capitale umano e infrastrutturale’.

Il Ministro Tria promette sostegno all’istruzione ma non è propriamente così

Apparentemente, queste dichiarazioni potrebbero preludere a qualche buona notizia in arrivo per il comparto Istruzione: in realtà, a contare sono sempre i numeri. Così come riporta il ‘Corriere della Sera’, la spesa in istruzione, quantificata nello scorso quinquennio con una percentuale del 3,6% del Pil, scenderà al 3,5% nel 2020, al 3,3% nel 2025, al 3,2% nel 2030, fino a un minimo del 3,1% nel 2035 per poi tornare a salire leggermente solo a partire dal 2045.
Se da una parte il ministro Tria parla di ‘sostegno all’istruzione scolastica e universitaria’, dall’altra il calo demografico suggerisce, di fatto, una riduzione della spesa. Basti pensare che, negli ultimi 4 anni, la scuola pubblica italiana ha perso quasi 200mila studenti, una diminuzione pari al 2,4%.

Le promesse non possono far rima con le scarse risorse

Un calo demografico che, purtroppo, è destinato ad aumentare nei prossimi cinque anni, soprattutto nelle regioni meridionali. Si è fatto un gran parlare di ‘tempo pieno al Sud’ (lo stesso Di Maio lo ha sottolineato più volte) ma nell’ultima Legge di Bilancio sono stati previsti solamente 2000 maestri in più, decisamente troppo pochi.
Per ora il ministro Bussetti, già mal digerito dal personale scolastico italiano, si è limitato a postare su Facebook un messaggio rassicurante in cui ha promesso di ‘governare le dinamiche demografiche riuscendo a offrire più #scuola ai nostri ragazzi’. Ultimamente, però, le promesse non fanno rima con i soldi.