Quindicimila euro per un aspirante bidello o segretario amministrativo in cambio di un certificato in grado di catapultarli in cima alle graduatorie di istituto. Una vera e propria truffa quella organizzata da una rete di scuole paritarie, ubicate soprattutto in Campania, Calabria e Sicilia.
Fino a quindicimila euro per ‘garantirsi’ il posto
Come riportato dal quotidiano ‘La Stampa’, l’apparizione sospetta nelle graduatorie del personale ATA delle scuole di Torino di un buon numero di aspiranti di età giovanissima e con punteggi molto alti (i 100/100 si sprecavano…) ha fatto scattare i controlli.
Si è scoperto così che i titoli sono stati conseguiti, o per meglio dire acquistati, in scuole paritarie di altre regioni, soprattutto in quelle del Sud.
Un vero e proprio ‘bazar dei diplomi falsi e delle attestazioni di servizio mendaci’ come viene definito: i candidati più fortunati se la potevano ‘cavare’ con 5000 euro, altri, invece, arrivavano a sborsare fino a 15mila euro pur di potersi ‘garantire’ un posto nella scuola pubblica italiana.
Licenziamenti a raffica tra il personale ATA dopo la scoperta della truffa
‘In molti hanno ammesso il pagamento di cifre fino a 15mila euro – lo ha confermato il segretario aggiunto della Cisl scuola di Torino, Vilma Marchino che sottolinea quanto sia molto triste ‘vedere che ancora oggi c’è chi vede l’impiego statale non come un lavoro ma come un diritto allo stipendio. Tutto ciò è anche estremamente lesivo dell’immagine della scuola, che ha il dovere di offrire un servizio qualificato’.
Sino ad ora si parla di 110 aspiranti bidelli, tecnici o segretari licenziati nelle sole scuole del torinese dal mese di settembre ad oggi, tutti candidati che avevano presentato certificati falsi. Uno scandalo che riguarderà , comunque, anche le scuole di diverse regioni d’Italia.