Un vero e proprio disastro i primi test-concorsi organizzati dal Miur con la nuova gestione Marco Bussetti. Le ultime notizie sulle prove preselettive, riportate dal quotidiano ‘Repubblica’, dipingono un quadro catastrofico.
L’Università della Calabria (Arcavacata, Rende), l’Università della Basilicata (Potenza) e l’Università di Bari sono state costrette a sospendere e ad aggiornare tre prove in seguito a gravi errori nella somministrazione dei test.
Tfa Sostegno, caos ovunque: regole diverse da Università a Università
Ma il caos,
come del resto vi abbiamo riferito nei giorni scorsi, si è esteso a diverse regioni d’Italia, come in Lombardia, Emilia Romagna, Campania e Marche. Tra le contestazioni quelle relative alle domande non previste dall’allegato C del Decreto Ministeriale: assenti in alcune aule oppure sono state consegnate quelle di un ciclo scolastico diverso.
Per non parlare dei regolamenti, applicati in modo diverso da Università a Università: c’è chi ha permesso la correzione delle risposte barrate, c’è chi, invece, l’ha vietato. In alcuni casi i codici a barre sono stati assegnati invece di essere sorteggiati, in molti casi le prove sono state svolte in gruppo.
Università della Calabria: ‘Siamo completamente estranei’
L’Università della Calabria ha annullato il test per la secondaria per ‘alcuni errori tecnici’. Il rettore Gino Mirocle Crisci ha giustificato il disguido dando la colpa all’organizzazione (privata) che ha gestito i test: “Siamo completamente estranei, si legge in una nota, “l’ateneo fornisce solo la sede per il concorso, la vigilanza e la distribuzione delle buste. Il Miur, che ha indetto il concorso, ha appaltato le procedure a una ditta esterna, che si è fatta carico di tutte le procedure”.
Anche a Potenza test interrotto perché alcune prove della secondaria di II grado sono state scambiate con quelle di primo grado. L’Università si è giustificata così: “E’ stato un mero errore materiale della ditta incaricata”.
A Urbino, ‘eravamo dentro uno stadio’
Le testimonianze raccolte a Urbino sono eloquenti: “Non c’è stato alcun controllo del documento d’identità. Abbiamo portato avanti la prova ammassati, spalla a spalla: chi aveva con sé gli appunti, chi i libri, i cellulari accesi sono rimasti così per tutto il tempo del test. A inizio prova abbiamo sentito distintamente una ragazza leggere le domande a voce alta, come per dettarle a chi stava dall’altra parte. Aveva l’auricolare alle orecchie. Eravamo dentro uno stadio con collaborazioni a gruppi, impossibile concentrarsi. Chi ha studiato sul serio, si sente beffato”.
Il sindacato Snals-Confsal
chiede subito un nuovo ciclo “poiché il contingente di specializzati dell’attuale tornata non sarà sufficiente a coprire le esigenze di organico”.