Riforma
Unicobas: Riforma pubblico impiego, torna il giuramento anche per i docenti
Giuramento per i docenti della scuola: lo vogliono la leghista Bongiorno (difensore di Andreotti nel processo per mafia) e i pentalegati. Era stato eliminato nel 1981 grazie a Sandro Galli (l’insegnante anarchico che fece da solo per la scuola più di quanto abbiano mai osato immaginare partiti, sindacati, ‘costituzionalisti’ e movimenti), a Sandro Pertini, Renato Zangheri e i radicali. Come ne ricorda il testo, la legge venne approvata per: «garantire che i comportamenti professionali dei docenti siano conformi a una corretta interpretazione delle norme che regolano l’esercizio della libertà di insegnamento, nel rispetto della Costituzione e degli ordinamenti della scuola stabiliti dalle leggi dello Stato nonché nel rispetto della coscienza morale e civile degli alunni».

I docenti devono fare giurmento? Sandro Galli

L’impegno contro il giuramento ha inizio nel 1975, quando Galli rigetta per la prima volta l’obbligo. Il risultato è che l’anno successivo perde la cattedra di applicazioni tecniche alla quale aveva diritto e, “decaduto”, torna ad essere disoccupato. Può riprendere l’insegnamento solo nel 1977, inizialmente come precario, quindi viene assunto ‘ope legis’: ma gli si ripresenta la richiesta pressante di giurare e la declina di nuovo.
Il 12 maggio 1980 comincia un memorabile sciopero della fame. A metà Agosto ha perso quasi venti chili. Le pesanti conseguenze sul suo corpo continueranno purtroppo a farsi sempre sentire negli anni successivi, ma alla fine Sandro Galli vincerà, facendo abrogare l’obbligo nefasto che faceva degli insegnanti dei parasubordinati del parastato alla faccia della terzietà della scuola e della libertà d’insegnamento.
Sandro Galli dichiarò: «Innanzitutto il giuramento ti esclude come lavoratore libero e ti rende a tutti gli effetti un coatto; considera poi che così viene sancito il tuo obbligo di eseguire qualsiasi ordine di un superiore (a meno che non sia palesemente in contrasto con altre leggi) come nell’ambito militare; e tutto ciò fa parte di quel retaggio legislativo fascista (Codice Rocco in testa) che è divenuto parte della normativa della Repubblica nata dalla Resistenza». In tutta Italia si moltiplicarono gli attestati di solidarietà. Numerosi insegnanti – risvegliati da una lotta assurta alle cronache nazionali – spedirono ai rispettivi provveditorati lettere di revoca del giuramento.
Pertini prese pubblicamente posizione e il 29 Giugno 1980 dichiarò testualmente a “il Resto del Carlino”: «nessun insegnante … in questo paese potrà più essere perseguitato perché si rifiuta di prestare giuramento di fedeltà alle leggi dello stato … io garantisco personalmente l’immediata validità di questa decisione», auspicando «l’emanazione di un provvedimento che cancelli questa norma per via amministrativa».
Sandro Galli ha ricevuto di persona dall’Unicobas, appena dopo la fondazione del sindacato (avvenuta il 24.5.1990), la tessera n.° 0, honoris causa e ci ha lasciati il 14 ottobre 2018.

Riflessioni

“Dirò solo che la sua lotta ha per me un grande valore. Non ero ancora un insegnante, ma sostenni la battaglia in tutti i modi con altri che poi ho rincontrato anche nell’Unicobas. Galli ci fece capire che vincere era possibile. Ma il suo impegno non va certo ricordato solo per questo, bensì perché nel Paese si trova sempre qualche ‘solone’ spesso capace di ribaltare la realtà. Lo ‘sport’ nazionale non è dar lustro a ciò che vale davvero. Piace troppo ai pavidi, ai ‘senza qualità’, sciorinare emerite sciocchezze e, come se ce ne fosse bisogno, inventarne sempre di nuove.”
“La Costituzione non è il Vangelo. Certo, ma anche quello nei suoi confronti è un impegno della coscienza, che deve essere laicamente educata a sentirsi libera. Se non si ha “conoscenza” interiorizzata, poco valgono i riti: si entrerebbe in un regime. Anche perché i fondamenti delle Costituzioni assumono valore giuridicamente concreto se tradotti in leggi”.
Tratto da: UNICOBAS SCUOLA & UNIVERSITA’
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