Stipendi scuola e assunzioni docenti ultime notizie: intervista ESCLUSIVA a Rossano Sasso (2^ parte)
Stipendi scuola e assunzioni docenti ultime notizie: intervista ESCLUSIVA a Rossano Sasso (2^ parte)
Se ne parlerà al tavolo tecnico del prossimo 20 maggio, proprio a ridosso della consultazione elettorale per le europee: stiamo parlando del primo step per il rinnovo di contratto e del conseguente aumento stipendiale per il personale docente e Ata. Un calendario fitto di impegni, quello del Ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, impegni che porteranno il Governo alla prova del nove elettorale, quella che dovrà rivelarci se il ‘governo del cambiamento’ andrà ancora avanti oppure no.

Bussetti: ‘Riconoscimento professionale si traduca in stipendi adeguati’

Il Ministro Bussetti è tornato a parlare di stipendi e di docenti, in un’intervista rilasciata al portale ‘Linkiesta.it’. Il numero uno del dicastero di Viale Trastevere ha confermato l’intenzione di procedere con il nuovo contratto di comparto, facendo riferimento alla recente intesa raggiunta con i sindacati.
‘Dobbiamo riconoscere lo straordinario lavoro di chi opera ogni giorno nei nostri istituti, al fianco dei nostri ragazzi – ha dichiarato il Ministro – E ci impegneremo per far sì che questo riconoscimento professionale si traduca in stipendi adeguati. D’altra parte, mentre il Governo che ci ha preceduti sbandierava importanti risultati per quanto riguarda il contratto, è stato questo esecutivo che nella scorsa legge di bilancio ha stanziato i fondi necessari per evitare la riduzione degli stipendi dei pubblici dipendenti. Riduzione che era stata programmata a partire da gennaio 2019, sempre da chi ci ha preceduto. Abbiamo previsto inoltre risorse aggiuntive, più di 1,7 miliardi all’anno, per consentire da subito una ripresa della contrattazione dei vari comparti, Scuola compresa, e un nuovo adeguamento degli stipendi.

Retribuzioni adeguate per i docenti, il Ministro si sbilancia troppo

Il Ministro torna a parlare di ‘stipendi adeguati’, ribadendo quegli ‘aumenti a tre cifre’ di cui si parlò poche ore dopo il raggiungimento dell’intesa con i sindacati: per adeguare gli stipendi, alla media dei colleghi europei, intendiamo dire, bisognerà tirar fuori un bel po’ di soldini. E il portafoglio dello Stato, almeno per i comuni lavoratori, continua ad essere vuoto.