I docenti precari non abilitati con 36 mesi di servizio chiedono ai sindacati, che il 6 maggio si incontreranno con il governo per decidere sui nuovi PAS, di accogliere alcune soluzioni per smaltire il precariato. Tra i gruppi fb dedicati sta girando una lettera che chiede di sottoscrivere una proposta indirizzata al segretario generale della UIL Scuola Pino Turi. Nella missiva chiedono esplicitamente di non essere mischiati nello stesso calderone con i neolaureati. Al riguardo avevamo pubblicato questo articolo.
La richiesta inoltrata alla UIL
I docenti precari non abilitati con 36 mesi di servizio chiedono di poter accedere ad un PAS come quello già indetto nel 2013. Il requisito per partecipare a quel corso abilitante era costituito dal possesso dei 36 mesi di servizio. Al superamento dell’esame finale alla presenza di un ispettore del Miur si otteneva l’abilitazione per partecipare ai concorsi. Nella richiesta viene specificata l’esigenza di istituirlo sia sul posto comune che sul posto di sostegno. Tra i requisiti dovrebbe figurare il possesso di almeno un anno sulla classe di concorso per la quale si intende conseguire l’abilitazione.
Inserimento nelle grm in coda agli abilitati
Nel prosieguo della missiva inoltrata al segretario UIL Pino Turi, i docenti precari spiegano in quale modo dovrebbero essere stabilizzati. Dopo il corso abilitante, che non deve avere sbarramenti in entrata, devono poter accedere al prossimo concorso a loro riservato. Le caratteristiche sono le stesse di quello riservato ai colleghi abilitati. La differenza è costituita dal modo di inserimento nelle graduatorie. Vanno messi in coda dopo l’ultimo degli abilitati. Questo per non ingenerare confusione tra le due categorie di docenti precari.
Neolaureati
L’altro suggerimento è strettamente legato al bando del prossimo concorso ordinario. In aggiunta alla procedura appena delineata auspicano la creazione di un doppio canale di assunzione che permetterebbe di far competere tra loro i neo laureati che giustamente hanno diritto ad un concorso equo e senza avvantaggiamenti.