Stabilizzazione precari con 36 mesi: le proposte dei sindacati a confronto

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Selezione non deve essere intesa come valutazione – precisa Turi – ma deve assicurare che al percorso acceda il numero dei docenti corrispondente al numero dei posti vacanti, in modo che conseguita l’abilitazione abbia la certezza dell’immissione in ruolo l’anno successivo. ”

Per stabilizzare i docenti precari con 36 mesi di servizio della terza fascia sono state avanzate alcune proposte dalle 3 maggiori sigle sindacali. Al fine di operare un confronto per individuare i punti in comune le specifichiamo di seguito. Obiettivo è quello di condurre velocemente al ruolo i soggetti con esperienza di servizio mediante una soluzione già adottata per i colleghi della seconda fascia.

Flc Cgil

Occorre istituire una graduatoria per titoli che ricomprenda, in ordine, il personale già abilitato presente nelle seconde fasce d’istituto (dai docenti della scuola secondaria ai diplomati magistrali ai laureati in Scienze della formazione primaria) e, a seguire, coloro che sono presenti nelle terze fasce d’istituto della scuola secondaria e hanno maturato 3 anni di servizio.

I docenti collocati in posizione utile per la nomina sarebbero assegnati ad una scuola con incarico al 31 agosto e, contemporaneamente, seguirebbero un corso/concorso per l’abilitazione in servizio. Dopo la valutazione positiva del percorso svolto, il contratto sarà trasformato a tempo indeterminato. Il percorso formativo, svolto in collaborazione tra scuola e università, dovrebbero essere a carico dello stato. La fase a regime prevede concorsi con cadenza annuale, sulla base dei fabbisogni delle diverse regioni.

UIL

Sono due le strade proposte pe la stabilizzazione dei docenti precari con 36 mesi di servizio. Entrambi i percorsi si prefiggono l’immissione in ruolo dei docenti. L’uno con un percorso più lungo, l’altro – il PAS – con una procedura più snella.

Attivare un concorso analogo a quello del 2018, per coloro che hanno 36 mesi di servizio, senza l’abilitazione e che sono per la maggior parte in servizio nelle sedi del nord Italia., con una percentuale di posti riservata tra il 35 – 50%, no preselettiva, no 24 CFU.

In alternativa istituire un Pas aperto a tutti, da svolgersi presso le Università, che dia accesso diretto al ruolo.

Cisl

Mantenere, rivisitandolo, un sistema a “doppio canale”, in cui accanto ai concorsi ordinari vi siano opportunità di consolidamento del rapporto di lavoro dei precari con consistente esperienza di servizio, è la proposta che la CISL Scuola ancora una volta rilancia, segnalando anche l’urgenza di provvedimenti che ne consentano l’attuazione.

Nell’ambito di un’auspicata “rivisitazione” del doppio canale di reclutamento, occorrerebbe fra l’altro prevedere una aggregazione in ambito provinciale delle graduatorie di istituto, onde poterle utilizzare per la quota di assunzioni ad esse destinata; contestualmente, andrebbero riviste le modalità di svolgimento del periodo di prova, non escludendo l’ipotesi di differenziarne la durata in base ai requisiti individuali (possesso o meno di abilitazione, crediti formativi e/o professionali, esiti di precedenti valutazioni, ecc.).

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