Non è ancora definitivamente scongiurato lo sciopero indetto dalle sigle confederali per il prossimo 17 maggio. Di mezzo c’è l’appuntamento al MIUR per continuare le trattative con il governo volte a trovare una soluzione per i corsi abilitanti Pas e le modalità di svolgimento dei prossimi concorsi ordinari. Comunque vada domani, sono migliaia i precari che scenderanno in piazza per protestare.
I motivi
I motivi per i quali i sindacati di base manifesteranno il prossimo 17 maggio, confermando la giornata di sciopero, vanno oltre la contestatissima regionalizzazione della scuola. Le problematiche si estendono anche alle soluzioni individuate per garantire la stabilizzazione dei docenti della scuola secondaria con 36 mesi di servizio. A non convincere è l’ipotesi di approvare l’immissione in ruolo condizionandola al superamento dei corsi abilitanti: i nuovi Pas, insomma. Sarebbe una ingiustificata discriminazione nei riguardi di tutti i docenti abilitati che non ci stanno a vedere sminuita l’abilitazione conseguita con i corsi TFA-PAS. Nei giorni scorsi su Italia Oggi era apparso un articolo, a riguardo dell’elevato valore della formazione dei docenti, a cura di Marco Campione.
In piazza anche i diplomati magistrali
Si pone invece su un altro versante la questione strettamente legata al reclutamento dei docenti della scuola primaria e dell’infanzia. Ad illustrarla è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Viene spontaneo da chiedersi per quale motivo i politici di Bolzano, gli assessori della località a statuto speciale, riescono ad approvare un provvedimento logico, mentre nel resto d’Italia si fa una fatica immane solo a parlare di questa ipotesi, comunque sempre sistematicamente respinta da dei governanti che, a turno, non fanno altro che umiliare una categoria, condannandola alla precarietà perenne, pur avendo appurato che senza l’apporto di quei docenti l’istruzione pubblica entrerebbe in una crisi senza ritorno”.